Dottorato e Pubblica Amministrazione: ADI, CRUI e Scuola Nazionale dell'Amministrazione per la valorizzazione del titolo

Dottorato e Pubblica Amministrazione: ADI, CRUI e Scuola Nazionale dell'Amministrazione per la valorizzazione del titolo

Lo scorso 13 Marzo, all’Università Federico II di Napoli, ADI ha presentato pubblicamente le sue proposte per la valorizzazione del dottorato di ricerca nella pubblica amministrazione. All’incontro hanno preso parte il prof. Gaetano Manfredi (Presidente della CRUI e rettore dell'Università Federico II), il prof. Gianluigi Mangia (Scuola Nazionale dell'Amministrazione), il prof. Paolo Ricci (Federico II), il dott. Alessandro Arienzo (FLC-CGIL), Lorenzo Fattori (ADI Napoli) e Giuseppe Montalbano (Segretario nazionale ADI). La registrazione integrale dell'evento è disponibile a questo link.

Promuovere l'accesso dei dottori di ricerca nella Pubblica Amministrazione e valorizzarne adeguatamente il titolo: questi gli obiettivi della nuova campagna nazionale dell’ADI, che si impegna fin da ora a costruire un dialogo serrato e costruttivo con le istituzioni sul tema. L'età media del personale della Pubblica Amministrazione (circa 50 anni) e il sottodimensionamento di molti uffici pubblici hanno ridotto l'efficienza e l'efficacia delle pubbliche amministrazioni; proprio per questo è necessario che il nostro Paese recluti una nuova leva di funzionari meritevoli e con alto grado di istruzione.

La battaglia che ADI conduce sul versante del reclutamento universitario - sempre più urgente in un sistema in cui solo il 9% dei precari avrà la possibilità di accedere a posizioni di ruolo - deve andare di pari passo con quelle per una piena valorizzazione dei dottori di ricerca fuori le università, nel settore pubblico come in quello delle imprese.

Il titolo di dottore di ricerca è stato istituito nel nostro Paese ormai da oltre trent'anni, ma ad oggi mancano ancora un suo effettivo riconoscimento e una sua valorizzazione al di fuori dell’ambito accademico.  L’implementazione di politiche volte a valorizzare il dottorato nel settore privato e negli enti pubblici, pertanto, non può più essere rinviata se vogliamo evitare che questo capitale sociale, su cui la collettività investe importanti risorse finanziarie, venga sprecato.

Il D.Lgs. n. 75/2017, attuativo della legge delega n. 124/2015, prevede la possibilità che il dottorato sia richiesto come requisito di partecipazione ai concorsi per specifici profili o livelli d’inquadramento, e che il titolo di dottore di ricerca sia valutato, ove pertinente, tra i titoli rilevanti ai fini del concorso.

ADI ritiene che tali misure siano ancora largamente insufficienti e avanza cinque possibili proposte per una maggiore valorizzazione del titolo di dottore di ricerca:

  1. Creazione di canali di accesso dedicati per i dottori di ricerca nei concorsi pubblici;
  2. Valorizzazione del titolo in sede concorsuale;
  3. Riconoscimento del dottorato come esperienza lavorativa;
  4. Reintroduzione del diritto al congedo per il conseguimento del primo dottorato di ricerca, sottraendolo alla discrezionalità del dirigente;
  5. Valorizzazione del dottorato di ricerca ai fini delle progressioni economiche.

 

Gli interventi dei relatori hanno evidenziato concordemente la necessità di un cambio di passo sul versante dell’accesso dei dottori di ricerca nella PA come chiave di un miglioramento della qualità dei servizi del pubblico verso i cittadini e premessa di un cambiamento culturale più profondo del profilo e funzione del dottorato in Italia.

In particolare gli interventi del prof. Manfredi, del prof. Mangia e del prof. Ricci hanno messo in evidenza la necessità di un “doppio avvicinamento” fra pubblica amministrazione e dottorato: la prima deve aprirsi ai soggetti in possesso del titolo di istruzione più alto, valorizzandone appieno le competenze in modo da migliorare in efficienza e qualità; il secondo deve diventare sempre di più un titolo spendibile al di fuori dal contesto accademico e non restare confinato alla dimensione della carriera universitaria. Il dott. Arienzo ha posto l’attenzione sul fatto che l’apertura di canali di accesso nella PA deve inquadrarsi nell’ambito di un ampliamento del suo personale, ancora sottodimensionato rispetto alla media europea, e di un ricambio generazionale necessario, in un’ottica di miglioramento della macchina amministrativa pubblica che vada di pari passo con i diritti dei lavoratori.

Infine il prof. Manfredi ha ribadito il suo impegno, anche come presidente della CRUI, a lavorare attivamente per la valorizzazione del dottorato nella PA, avanzando l’ipotesi di istituire in via sperimentale percorsi dottorali dedicati all’inserimento nell’amministrazione pubblica, sul modello dei dottorati in collaborazione con le imprese, come prima concreta iniziativa da mettere in campo.

ADI continuerà nelle prossime settimane a presentare le sue proposte ai colleghi e ai soggetti istituzionali, e chiederà al prossimo titolare del Ministero della Pubblica Amministrazione l’apertura di un tavolo di confronto dedicato alla valorizzazione del dottorato.