Il D.Lgs n. 22 del 4 marzo 2015, sul riordino degli ammortizzatori sociali, ha disposto una nuova indennità di disoccupazione per i collaboratori con rapporto di collaborazione coordinata, la cosiddetta DIS-COLL.
Essa ha come destinatari i “collaboratori coordinati e continuativi, anche a progetto - con esclusione degli amministratori e dei sindaci - iscritti in via esclusiva alla gestione separata presso l’INPS, non pensionati e privi di partita IVA, che abbiano perduto involontariamente la propria occupazione”.
Questa formula, piuttosto ampia, non chiarisce un dato fondamentale: questo provvedimento si estende anche ai dottorandi con borsa e agli assegnisti di ricerca? Tali figure, infatti, hanno l’obbligo di versare contributi previdenziali presso la Gestione separata INPS, pagando un’aliquota contributiva del 30% sul loro reddito annuo. Esse ricadono nella categoria dei “lavoratori parasubordinati” e per le peculiari caratteristiche delle attività da loro svolte appaiono pienamente assimilabili ai collaboratori coordinati e continuativi, ovvero a progetto.
Riteniamo pertanto che dottorandi con borsa e assegnisti di ricerca debbano essere necessariamente ricompresi nell’ambito di intervento della DIS-COLL.
Nelle settimane immediatamente successive l’approvazione del decreto legislativo l’ADI si è attivata, attraverso le sedi di Pisa, Bari, Lecce, Padova, Roma e Palermo con una raccolta firme su base locale finalizzata a ottenere dalle rispettive sedi territoriali INPS incontri volti ad affrontare il nodo centrale dell’estensione della DIS-COLL.
Il dialogo instaurato con alcuni dirigenti locali sembra però essersi fermato, soprattutto dopo la pubblicazione della circolare INPS del 27 aprile scorso che, riportando tal quale la dicitura del decreto, decide in sostanza di non decidere.
Riteniamo molto grave questa situazione. Le conseguenze dell’ambiguità di fondo sulla questione dell’estensione della platea dei beneficiari della DIS-COLL consistono nel rischio concreto di un’irresponsabile riedizione della vicenda dell’“UNA TANTUM”, quando all’incertezza normativa seguì una condotta diversa e disomogenea da parte delle sedi territoriali dell’INPS che si risolse, infine, nella mannaia delle restituzioni dell’indennità di disoccupazione percepite da centinaia di colleghi. Scusate, ci eravamo sbagliati!
L’ADI ritiene inaccettabile questo scarica-barile, specie perché giocato sulla pelle delle figure più deboli e meno protette. Stiamo parlando di poco più di 60 mila persone!
Abbiamo dunque deciso di riprendere con maggior forza il nostro impegno, lanciando la campagna nazionale “Vengo anch’io, no tu no!”, che si articolerà in diverse iniziative.
La prima azione immediata riguarda l’invio di fax e PEC al maggior numero possibile di sedi INPS, al fine di sollecitarle a prendere una posizione definitiva. Seguiranno altre azioni, con cui daremo rappresentazione alle nostre istanze e porteremo la nostra rivendicazione: estensione ai dottorandi senza borsa e agli assegnisti di ricerca dei benefici della DIS-COLL!
Non ci fermeremo fino a che non avremo raggiunto il nostro obiettivo: a tutti i colleghi, dottorandi, assegnisti e ricercatori non strutturati lanciamo da subito l’appello a partecipare a una grande assemblea pubblica che si terrà a Bari a metà giugno.
Pubblicato Gio, 07/05/2015 - 15:04