L’Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani (ADI), nel quadro delle perplessità già esposte per gli esiti sistemici del provvedimento (potete leggerle qui, qui e qui), ritiene positivo l'accoglimento di alcune richieste avanzate da tempo all’interno delle “Linee guida per l’accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato” emanate dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), tra cui l'eliminazione dell'incompatibilità assoluta tra dottorato e incarichi di lavoro esterni.
Nelle linee guida, requisito 6 “Sostenibilità del corso”, il MIUR in particolare scrive “Si sottolinea che l’impegno esclusivo a tempo pieno del dottorando va disciplinato nell’ambito del regolamento di dottorato di Ateneo, atteso che compete al collegio dei docenti autorizzare il dottorando a svolgere attività retribuite verificandone la compatibilità con il proficuo svolgimento delle attività formative (didattica e di ricerca) relative al corso.” (grassetto nostro)
Il ritorno alla valutazione da parte del collegio dei docenti rappresenta un’indicazione decisiva per disinnescare gli effetti potenzialmente deleteri di quanto disposto dall’articolo 12 del D.M. 45/2013, secondo cui “l’ammissione al dottorato comporta un impegno esclusivo e a tempo pieno”. In assenza di questa integrazione da parte del MIUR, il D.M. 45/2013 avrebbe impedito ai dottorandi senza borsa – già gravati da una tassazione ingiusta – di provvedere al proprio sostentamento, introducendo intollerabili condizioni di iniquità fondate sulle differenze di reddito.
L’ADI segue da tempo questa vicenda.
Il 29 gennaio la sua sede bolognese ha inviato una lettera al Rettore dell’Università di Bologna (sede universitaria balzata agli onori delle cronache per un’interpretazione particolarmente stringente del dettato dell’articolo 12), Prof. Ivano Dionigi, con cui chiedeva di sospendere il criterio di incompatibilità del dottorato con i contratti di lavoro. Presso lo stesso ateneo il 7 marzo ha organizzato un’assemblea pubblica.
Il 12 marzo ha inviato al Ministro Stefania Giannini una lettera firmata dal Segretario nazionale ADI, dal Rappresentante dei dottorandi in CNSU e CUN, nonché da numerosi rappresentanti di dottorandi e assegnisti nei senati accademici di molti atenei italiani, in cui si chiedeva la rimozione dell’art. 12.
Infine, proprio nei giorni dell’emanazione delle Linee guida MIUR ha proposto una mozione approvata all’unanimità in CNSU in cui si chiede “La rimozione immediata del vincolo in oggetto contenuto nell’art. 12 del dm 45/2010 e l’abolizione di ogni criterio di incompatibilità tra la frequenza al corso di dottorato ed altre attività lavorative per i dottorandi senza-borsa nei regolamenti attualmente in corso di tutte le università italiane. L’abrogazione di tale norma richiede un emendamento specifico dell’art. 12 del dm 45/2010, non essendo vincolante l’indicazione summenzionata nelle ‘Linee guida’.”
In attesa di ricevere delle risposte in merito a tale richiesta, l'ADI rinnova al Ministro Giannini l'invito a rendere operativa tale indicazione contenuta nelle linee guida anche per i dottorandi del XXIX Ciclo e a tradurla al più presto in un decreto regolamentare.
Pubblicato Mer, 09/04/2014 - 00:57