Il Sottosegretario Faraone ci ha dato, anche se solo in parte, ragione: "Per la vicenda Dis-coll gli assegnisti di ricerca hanno ragione. Per loro ci assumiamo l'impegno di prevedere adeguati ammortizzatori sociali di cui possano beneficiare al termine del loro rapporto con l'ateneo. Perché la ricerca è lavoro vero. Anche quello che si svolge durante un assegno di ricerca." si legge in una nota affidata alla sua pagina Facebook.
L’impegno arriva a seguito della risposta a un’interrogazione parlamentare, in cui lo stesso Sottosegretario sosteneva che i giovani ricercatori "non rientrano nell'ambito di applicazione soggettivo della nuova indennità di disoccupazione mensile, seppure iscrivibili alla gestione separata INPS, [...] in quanto tali soggetti svolgono attività non riconducibili alle collaborazioni coordinate e continuative. Tali fattispecie, infatti, hanno una finalità diversa da quelle per le quali è stata introdotta la norma sopra richiamata, ovvero quello di formare studiosi altamente qualificati mediante lo svolgimento di attività di studio e di ricerca scientifica."
La risposta, riportata dalla stampa e rilanciata su Facebook, ha rapidamente scatenato un’ondata di critiche da parte della comunità dei ricercatori italiani, cui è seguito, finalmente, il cambio di rotta. Nonostante questa vicenda faccia emergere ancora una volta la modesta considerazione e conoscenza delle istanze dei precari dell'Università da parte del Governo e una visione ancora poco chiara su come intervenire in materia – ricordiamo che il Governo ha perso un’importante occasione per supportare l’estensione della DIS-COLL ai precari della ricerca durante l’iter di discussione della Legge di Stabilità 2016 – si tratta comunque di un passaggio significativo: è infatti la prima occasione in cui un rappresentante del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca prende pubblicamente posizione sul tema dell’estensione degli ammortizzatori sociali alla categoria dei precari della ricerca.
Quanto dichiarato sabato 16 gennaio dal Sottosegretario, inoltre, appare pienamente coerente con quanto affermato da Tito Boeri (Presidente INPS) nella risposta a una specifica domanda rivolta da una rappresentante ADI lo scorso 15 maggio: “[...] nel caso di queste figure [assegnisti e dottorandi NdA] [....] non è facile, come non è facile soprattutto nel caso dei lavoratori stagionali capisci, riuscire a dare una copertura, quindi... C'è un altro istituto tra quelli che vogliamo mettere in piedi che potrà darvi delle risposte."
Di fronte a questi segnali, che sembrano indicare una peculiare direzione di sviluppo della questione, chiediamo ai rappresentanti del Governo e alle forze politiche di indicare tempi e modalità con cui il tema delle tutele sociali per i precari della ricerca verrà affrontato. Come riconosce il Sottosegretario Faraone in chiusura della sua dichiarazione, il problema richiede soluzioni immediate. Noi chiediamo di esplicitare come quell’”adesso” si tradurrà in una trasformazione del nostro welfare, oggi insopportabilmente escludente per dottorandi, borsisti e assegnisti.
Pubblicato Gio, 21/01/2016 - 17:21
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