L’ADI aderisce allo sciopero del precariato della ricerca: basta retoriche, serve giustizia

L’ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia aderisce convintamente allo sciopero nazionale del precariato della ricerca del 12 maggio 2025, affiancando migliaia di ricercatrici e ricercatori, assegnisti, dottorandi e personale precario del sistema universitario nel rivendicare condizioni di lavoro dignitose e investimenti pubblici strutturali.

In queste ore, mentre si discute a livello europeo di un piano per “attrarre talenti” e fermare la fuga dei cervelli, la realtà italiana restituisce un quadro diametralmente opposto: si promettono nuove “indennità di ricerca” mentre migliaia di ricercatori e ricercatrici già attivi in Italia continuano ad abbandonare il Paese. La tanto sbandierata attrattività rischia di rimanere una vuota formula comunicativa, incapace di rispondere alle esigenze materiali di chi la ricerca la fa quotidianamente, tra precarietà e sottofinanziamento.

I numeri parlano chiaro

Secondo i dati ISTAT relativi al 2022, l’Italia destina appena l’1,37% del PIL alla ricerca e sviluppo, a fronte dell’obiettivo europeo del 3%. Di questa quota, solo il 35,6% proviene da istituzioni pubbliche, con una partecipazione delle università limitata al 24,6%. Tutto ciò prima ancora dei tagli al Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) tra il 2022 e il 2025 e quelli in previsione per il triennio 2025-2027, che ammontano a circa 700 milioni di euro. Una politica miope e regressiva che, nel 2024, ha ridotto le risorse strutturali delle università italiane, peggiorando le prospettive occupazionali e di sviluppo del sistema.

 

Il paradosso dell’“incarico post-doc”

Nel pieno di questo scenario, è stato presentato dal senatore Occhiuto (Forza Italia) un emendamento – in sede di conversione del decreto-legge “scuola” – che introduce la figura dell’“incarico post-doc”, sostitutiva di un contratto di lavoro, retribuita mediante una “indennità” annuale. L’ambizione dichiarata sarebbe quella di “non farsi scippare i ricercatori dalla Francia”, come riportato da Il Foglio.

Ma come si può parlare di attrattività internazionale proponendo indennità invece che diritti? L’introduzione di uno strumento giuridicamente anomalo e privo delle garanzie del lavoro subordinato – per attività di ricerca, didattica e terza missione – costituisce un grave precedente, che svilisce la dignità professionale dei ricercatori, contraddice i principi costituzionali di una Repubblica fondata sul lavoro ed espone l'Italia al rischio di infrazione degli obblighi assunti in sede europea.

Una battaglia per la dignità del lavoro accademico

L’unica “indennità” accettabile è quella che la politica deve riconoscere per ristorare anni di precarietà e sfruttamento sistemico. Non siamo “giovani” né “ragazzi”, ma professionisti della ricerca, spesso con alle spalle decenni di lavoro sottopagato e non contrattualizzato.

Con lo sciopero del 12 maggio e con il voto per il CNSU del 14 e 15 maggio, in cui sosteniamo la candidatura di Claudia Migliazza, vogliamo ribadire che la ricerca è lavoro. Non accetteremo che si continui a dividere le briciole tra precari storici e nuove leve, né che si scarichino le responsabilità politiche sui lavoratori del sistema universitario.

L’ADI chiama tutta la comunità accademica a mobilitarsi: nei dipartimenti, nelle piazze, nelle urne. È il momento di far sentire con forza la nostra voce per un’università pubblica, giusta e degna.

COME ADERIRE ALLO SCIOPERO E ALLA GIORNATA DI MOBILITAZIONE?

Ecco alcune indicazioni e suggerimenti.

  • Se hai un contratto a tempo determinato di ricerca (RTDa, RTDb, RTT), puoi aderire formalmente allo sciopero (con la trattenuta stipendiale di una giornata di lavoro), comunicando la tua partecipazione con una semplice mail dalla tua casella di posta elettronica istituzionale (io sottoscritto aderisco allo sciopero del 12 maggio), spedita entro la giornata di lunedì 12 maggio (alcuni atenei permettono anche nelle 24 ore successive), indirizzata agli uffici ammnistrativi del tuo ateneo (in genere Ufficio personale e/o segreteria di Dipartimento, o altri indirizzi, a seconda delle università: se hai dubbi, chiedi alle strutture FLC del tuo ateneo gli indirizzi esatti). La spedizione della mail è resa necessaria dalla mancanza di un orario di servizio o di una rilevazione della presenza in ateneo; quindi, l’astensione dal lavoro deve esser esplicitamente rilevata.
    La partecipazione allo sciopero comporta l’assenza formale e giustificata da tutte le attività istituzionali (ricevimento, Consigli di Dipartimento, Consigli di corso di studio, commissioni, esami, ecc; rispetto ai quali non si può comunque risultare presenti).
    Se in quella giornata si ha Tesi di laurea, non si può aderire alla giornata di sciopero: le Norme sull’esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali (legge 12 giugno 1990, n. 146) e l’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali del Comparto Istruzione e ricerca (2.12.2020), art 4, stabilisce infatti che sono servizi essenziali gli esami conclusivi dei cicli di istruzione di cui all’art. 3, commi 1 e 2, del D.M. 3/11/1999 n. 509.
    Se si ha lezione all’interno del proprio carico didattico istituzionale, l’adesione allo sciopero comporta l’annullamento della lezione (come nel caso della malattia, per consuetudine la si può recuperare visto il numero limitato di ore di didattica nei corsi universitari, ma non si è tenuti a farlo).
    Se si ha lezione avendo risposto ad un bando (art. 23 legge 30 dicembre 2010, n. 240), nel proprio o in altro ateneo, questa attività si configura come prestazione aggiuntiva, esterna al proprio rapporto di lavoro. Di conseguenza, è possibile fare lezione anche se in quella giornata si è aderito allo sciopero o è possibile spostare la lezione ad altra data in ragione dello sciopero, ma si deve comunque tenere la lezione che fa parte della propria attività aggiuntiva ed è retribuita ulteriormente.
    Se si è in missione in quella giornata (partecipazione a convegno, riunione di ricerca, ecc), l’adesione allo sciopero comporta l’impossibilità di avere coperture assicurative o qualunque tipo di rimborso che insiste su quella giornata (viaggio, pasti, pernottamento, diaria, ecc). L’adesione allo sciopero è quindi consentita, ma si consiglia di valutarne con particolare attenzione costi e conseguenze.

  • Se hai un rapporto di lavoro a termine con l’università (assegno di ricerca, borsa di ricerca, incarico di collaborazione, contratto di docenza art. 23 legge 30 dicembre 2010, n. 240, ecc), riteniamo che anche tu, essendo un lavoratore o una lavoratrice, hai diritto a rivendicare la tua adesione allo sciopero. Di conseguenza, hai diritto ad assentarti o non svolgere attività in quella giornata (presenza in laboratorio, riunioni, conferenze o attività di ricerca, lezioni, eventuale presenza a consigli, commissioni o organi di cui sei componente, ecc), ad eccezione dell’eventuale partecipazione a Commissioni di Tesi (essendo servizi essenziali gli esami conclusivi dei cicli di istruzione di cui all’art. 3, commi 1 e 2, del D.M. 3/11/1999 n. 509, come sopra indicato). Se hai lezioni è possibile spostarle ad altra data, in ragione dello sciopero, ma si deve comunque poi tenerle in quanto attività su cui ci si è impegnati. Invitiamo in ogni caso a comunicare agli uffici dell’ateneo, come per il personale a tempo determinato, l’adesione formale allo sciopero, anche se avendo un contratto atipico la sua registrazione è soggetta a diverse interpretazioni.

  • Se hai un contratto a tempo determinato del personale Tecnico Amministrativo e Bibliotecario (contrattualizzato nel CCNL o tecnologo a tempo determinato secondo l’articolo 24-bis della legge 30 dicembre 2024, n. 240): potrai scioperare, comunicando la tua adesione usando gli applicativi e i codici in uso nel tuo ateneo (se hai dubbi, chiedi alle strutture FLC del tuo ateneo).

  • Se hai un rapporto di lavoro a tempo indeterminato (TAB e docenti strutturati) puoi partecipare alle assemblee del personale indette dalla FLC CGIL nei luoghi e nei tempi della mobilitazione precaria. Informati presso il tuo ateneo su orari e luoghi e su come comunicarlo negli applicativi in uso. I docenti universitari sono invitati a sospendere le lezioni (recuperandole in altri giorni, sia se fanno parte del proprio carico istituzionale sia se sono attività aggiuntive), partecipando ad assemblee e mobilitazioni aperte a tutto il personale delle università.

  • Il personale docente e di ricerca può impostare una mail di risposta automatica per quella giornata, comunicando la propria adesione alla mobilitazione. Ad esempio: Oggetto: Assenza per mobilitazione. Oggi non controllerò la mia casella di posta elettronica perché sto aderendo o sto sostenendo lo sciopero e la giornata di mobilitazione nazionale contro le attuali politiche universitarie del governo, la scarsità ed i tagli delle risorse, la moltiplicazione della precarietà e il riamo, per un piano di allargamento degli organici e stabilizzazione del precariato per chiedere migliori condizioni di lavoro per tutte le categorie precarie di lavoratori e lavoratrici dell’università. Risponderò alla vostra email nei prossimi giorni lavorativi.

LE INIZIATIVE DI MOBILITAZIONE DELLA GIORNATA

Torino
Università: h 7.30 blocco del polo; h 17 Assemblea nel cortile del Rettorato
Politecnico: cortile del rettorato, assemblea ore 8-11
Iniziative cittadine: h 12.30, pranzo condiviso; h 14.30; corteo cittadino da Castello del Polito

Genova: h 10 assemblea aperta d’ateneo (palazzo Balbi), a seguire presidio in rettorato e pranzo sociale.

Milano
Bicocca: h 11, Presidio in Piazza dell’ateneo nuovo
Cattolica: h 11:30, Assemblea in sede centrale (Largo Gemelli 1)
Statale: h 14.30 Assemblea sindacale di tutto il personale, Aula 517 via Festa del Perdono
Politecnico: h 16:30, Assemblea aperta Piazza Leonardo da Vinci, Edifico 3.

Trento: mattinata: volantinaggio nei dipartimenti; h 14 Corteo in città (passaggio in 4 diversi dipartimenti, provincia); h 16 Presidio in rettorato; a seguire, aperitivo Precario.

Verona: h 10 presidio rettorato, h 13 pranzo sociale e trasferimento a Borgo Roma; h 15 presidio nel polo di Scienze; h 17 assemblea

Padova (con estensione sciopero al personale docente strutturato sostenuta da Docet, assemblea docenti di ateneo): h 11 corteo, concentramento in Porta Portello

Venezia: h 10 presidio cortile Ca’ Foscari; ore 19 Tavola rotonda Università, precariato, democrazia. aula S. Trovaso, Cà Foscari.

Trieste: h 15 presidio in sede centrale dell’Università di Trieste, Piazzale Europa

Bologna: h 10 presidio rettorato; h 13 pranzo sociale; h 15 assemblea pubblica d’ateneo; h 17:30 corteo cittadino

Urbino: h 9.30 presidio davanti al rettorato, via Saffi 2.

Firenze: h 10:30 presidio rettorato; h 11 corteo per i vari poli del centro storico; 12:30 pranzo sociale in Brunelleschi; h 15 “chiacchiere” sul precariato (ospite Eloisa Betti); h 17 assemblea per la Palestina

Pisa e Siena: h 10:30 Assemblea pubblica in Piazza Dante; h 13 Pranzo sociale; h 14:30 Passeggiata rumorosa

Roma
Sapienza: h 10 corteo in città universitaria
Tor Vergata: h 10 Assemblea sindacale e costruzione bacheche precarie
Roma3: h 9, volantinaggi presso i Dipartimenti di Filosofia Comunicazione e Spettacolo, Studi Umanisti, Lingue. 10.30: volantinaggio nei Dipartimenti di Giurisprudenza e Architettura
Iniziativa cittadina ore 17 Piazza Capranica

Napoli: h 9 volantinaggi e presidi nei dipartimenti; h 11.30 assemblea precaria e sindacale sede centrale Federico II; h 13:30 pranzo precario; h 15:00 circo della precarietà

Salerno: h 10.30, assemblea/presidio Pizza del sapere – Campus di Fisciano

Bari: presidio al Rettorato

Foggia: assemblea presso il dipartimento di studi umanistici (FLC, ADI e UDU-LINK)

Immagina. Ricerca. Costruisci diritti.