Sul nuovo sciopero dei docenti universitari. Lettera aperta al prof. Ferraro

Sul nuovo sciopero dei docenti universitari. Lettera aperta al prof. Ferraro

Negli scorsi giorni il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria ha proclamato un nuovo sciopero degli esami di profitto per la sessione estiva. I docenti universitari lamentano l'insoddisfacente risposta del governo alle richieste avanzate all'inizio dell'autunno, e allargano le loro richieste al diritto allo studio e ai concorsi universitari.

Con questa lettera aperta al prof. Ferraro, animatore del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, ADI chiede nuovamente ai docenti in sciopero di aprirsi a rivendicazioni più inclusive, in maniera da poter costruire insieme un Movimento per la Dignità dell'Università Italiana.

 


Gentile prof. Ferraro,

Apprendiamo dalla stampa che il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria (MDDU) ha proclamato un nuovo sciopero dagli esami di profitto nelle Università per la sessione estiva, dal primo giugno al 31 luglio 2018.

Come ADI abbiamo sempre ritenuto che lo sciopero sia un legittimo strumento di lotta per la difesa dei propri diritti, anche nel sistema universitario. Tuttavia riteniamo che la piattaforma avanzata da MDDU per questo sciopero sia carente, sia nel metodo con cui è stata costruita che nelle rivendicazioni.

MDDU parla di uno sciopero non solo per gli scatti stipendiali, ma anche per le istanze degli studenti e dei ricercatori precari. Tuttavia la piattaforma è stata elaborata senza alcun confronto preliminare con gli studenti, i dottorandi, i ricercatori precari e i loro soggetti rappresentativi. Le proposte del Movimento, calate dall’alto, risultano così del tutto inadeguate sul piano del  diritto allo studio e del reclutamento.

Per quanto riguarda il diritto allo studio, la piattaforma limita la richiesta allo stanziamento di 80 milioni: una cifra irrisoria rispetto a quanto necessario, e a quanto le organizzazioni studentesche chiedono da anni. Ma ad essere insufficienti e inaccettabili per migliaia di precari della ricerca sono soprattutto le proposte sul reclutamento.

Nella lettera di proclamazione dello sciopero il Movimento chiede la messa a concorso di 6 mila professori associati e 4 mila professori ordinari, di cui però “almeno il 90%” riservato “al cambiamento di fascia o ruolo, nell’ambito della sede di appartenenza, del personale già in servizio”. A fronte di 9 mila passaggi di fascia - riservati evidentemente ai ricercatori strutturati e ai professori associati - si chiedono appena 4000 posti per RTDb. Appare evidente come ancora una volta il Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria sia più preoccupato dei passaggi di carriera del personale già strutturato nelle Università che al destino di migliaia tra assegnisti e ricercatori precari. Parliamo di più di 20 mila ricercatori che - a differenza del personale strutturato - senza una completa riapertura dei canali del reclutamento non avranno alcun futuro nell’Università italiana. La richiesta di un ulteriore piano straordinario per il personale già strutturato sacrificherebbe il futuro di migliaia di precari, e inoltre comprometterebbe la richiesta di 20 mila assunzioni di nuovi ricercatori per i prossimi 5 anni avanzata unitariamente da tutti i soggetti organizzati rappresentativi dei ricercatori precari.

In conclusione, come ADI riteniamo insufficiente la piattaforma dello sciopero proclamato da MDDU. Allo stesso tempo, auspichiamo che si possa costruire sin da subito un percorso di mobilitazione ampio e condiviso da tutte le componenti del sistema universitario, per il diritto allo studio, il reclutamento e la dignità del lavoro all’interno dell’Università.

Per questo le chiediamo di organizzare un confronto con le organizzazioni rappresentative di tutte le componenti universitarie, allo scopo di elaborare una piattaforma comune di rivendicazione, che costituisca la base di un ampio Movimento per la Dignità dell’Università Italiana. Per costruire finalmente insieme il reale riscatto dell’Università pubblica in Italia.

Nel ringraziarla per la sua attenzione, le porgiamo

Cordiali saluti.