Aumentare l’importo minimo della borsa di dottorato

Innalzare l’importo minimo della borsa di dottorato in Italia, nel quadro di un complessivo rifinanziamento del dottorato e garantendo la copertura totale dei posti messi a bando, è una battaglia storica dell’ADI. È stato anche grazie alla pressione esercitata dalla nostra campagna “Se potessi avere, mille euro al mese”, tra 2007 e il 2008, che l’importo minimo nazionale della borsa di dottorato è passato da 800 agli attuali 1.000 euro al mese. Oggi, il tema dell’innalzamento della borsa si pone con nuova urgenza per fornire ai dottorandi un sostegno economico adeguato al loro percorso di formazione e di ricerca. Già inferiori alle remunerazioni dei dottorandi nei Paesi dell’Europa del Nord e Continentale (IV Indagine annuale ADI su Dottorato e Post-Doc, 2014, pp. 67-71), le borse di dottorato in Italia sono state ulteriormente erose con l’aumento dell’aliquota da versare alla gestione separata dell’INPS, dal 28,72% al 31,72% a decorrere dal 1° gennaio 2016, mentre l’importo annuale minimo continua ad attestarsi al di sotto del minimale contributivo (Documento III Congresso Nazionale ADI, 2013, pp. 16-17). I dottorandi si ritrovano con una borsa ridotta rispetto al passato, mentre gli affitti e il costo della vita – specie nelle grandi città universitarie – continuano a restare alti e talvolta proibitivi anche per i borsisti.

 

Cosa abbiamo fatto

In CNSU e in CUN dal 2013 ad oggi abbiamo messo al centro la piena applicazione della Carta europea dei ricercatori, promuovendo una riforma della status giuridico del dottorato che – fra le altre cose – comporterebbe l’aumento medio della retribuzione per i dottorandi. Dal febbraio 2015, a partire dal grande risultato ottenuto dai colleghi di ADI Milano con l’innalzamento della borsa per i dottorandi dell’Università Bicocca, abbiamo avviato anche in CNSU un lavoro teso a portare all’aumento dell’importo minimo della borsa a livello nazionale.

Abbiamo così presentato una mozione, che è stata votata all’unanimità, con cui chiediamo al MIUR di provvedere “a un aumento dell’importo minimo delle borse di dottorato, tale almeno da compensare l’incremento dell’aliquota contributiva della gestione separata INPS, già a partire dal XXXII ciclo” (un aumento quindi equivalente almeno a 1900 euro all’anno) e alla contestuale “copertura di tutti i posti messi a bando”. Entrambe le misure dovranno realizzarsi non a parità di risorse, ma attraverso un corrispondente incremento del fondo per il dottorato del FFO, tale da non determinare un’ulteriore contrazione delle posizioni da bandire.

 

Cosa vogliamo fare

Garantire una borsa adeguata al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro per tutti i dottorandi sarà un obiettivo prioritario per il prossimo mandato ADI al CSNU.

La dotazione finanziaria per realizzare la copertura totale dei posti messi a bando (considerando i dati per il XXX ciclo) e per aumentare la borsa in maniera corrispondente al minimale contributivo INPS è di 111.000.000 euro per il prossimo triennio. È un obiettivo certamente ambizioso, ma non irrealistico. Basti pensare agli 1,5 miliardi che il Governo intende stanziare per un unico centro di eccellenza come lo Human Technopole di Milano: basterebbe una piccola fetta di quella cifra per realizzare allo stesso tempo la copertura totale delle borse e innalzamento dell’importo minimo della borsa. Puntare al rifinanziamento del dottorato sarebbe sì un serio investimento per il rilancio della ricerca e del personale altamente qualificato, come i dottori di ricerca, da cui trarrebbe beneficio tutto il Paese.