finanziamenti

Niente si fa con niente: manifesto per un lavoro di ricerca stabile e dignitosamente retribuito

Nell’Italia post-pandemica, la ricerca continua a vivere una tensione fra tecnicizzazione dei saperi e delle decisioni di politica accademica e aziendalizzazione dell’università: se da un lato il ruolo sociale della ricerca viene osteggiato e bandito dalla ratio decidendi nazionale e locale, assieme a democraticità, pubblicità e inclusività delle istituzioni accademiche e della possibilità stessa di accedere al ruolo di ricercatore/trice, dall’altro assistiamo all’appalto del finanziamento della ricerca, se non della sua stessa programmazione, agli interessi del capitale privato per i quali il ricercatore/trice, specie se giovane, è costretto a disegnare il proprio percorso di vita all’insegna dell’intermittenza fra una posizione precaria e l’altra, alla competizione per l’accaparramento di risorse scarse e primariamente orientate alla soddisfazione di interessi corporativi... Potete scaricare il documento in pdf qui.

L’università che c’è e l’università che vogliamo. Appunti sul finanziamento del sistema universitario pubblico

L’approvazione e l’entrata in vigore della legge Gelmini ha costituito ad un tempo il compimento e la cristallizzazione normativa di un percorso di complessiva revisione del funzionamento, del finanziamento e del ruolo stesso dell’Università pubblica italiana. Dopo undici anni si è in grado di apprezzare la traiettoria ideologica che ha informato l’intervento legislativo e le sue drammatiche conseguenze per il sistema universitario italiano, per chi vi lavora, per chi vi studia e per il Paese tutto.

Le dimissioni di Fioramonti: un'occasione per guardare alla Luna e non al dito

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Prendiamo atto della notizia delle dimissioni di Lorenzo Fioramonti dal suo incarico di ministro dell'Istruzione, avvenuto in seguito all'approvazione di una Legge di Bilancio. Pur apprezzando la coerenza del suo gesto, riteniamo che il dibattito di queste ore non colga il nodo centrale del problema. Abbiamo bisogno di un sistema formativo che sia realmente motore dello sviluppo del Paese ma ancora prima delle persone che lo attraversano: per costruirlo, sia chiaro a ogni ministro e a ogni governo, servono risorse.

La Caporetto della ricerca

Niente per i dottorandi, niente per gli assegnisti, niente per la ricerca: questo è il desolante quadro che emerge dalla legge di bilancio. Conosciamo le difficili contingenze in cui si trova il Paese, e proprio per questo riteniamo indecente che non si trovi neanche una briciola di risorse per il settore che più di tutti ha pagato i tagli lineari e la crisi del 2008 e che rappresenta un volano fondamentale per la crescita economica e sociale del sistema.

Competizione, omologazione, disuguaglianze: le contraddizioni della politica europea sulla Ricerca

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Il dottorato di ricerca, la desertificazione italiana e le contraddizioni delle politiche europee per la ricerca” è il titolo dell’accurato e dettagliato articolo firmato da Lucia Baldino, membro della segreteria nazionale di ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia, e Giuseppe Montalbano, ex segretario nazionale, appena pubblicato da RISE - Rivista Internazionale di Studi Europei. La pubblicazione è liberamente scaricabile sul sito edlupt.eu.