precariato

Dalla Legge di Bilancio un’Università più precaria

Dalla Legge di Bilancio un’Università più precaria

Il combinato disposto delle norme previste nella Legge di Bilancio 2019 lega il reclutamento di docenti e ricercatori universitari al filo sottile dell’andamento del ciclo economico e delle valutazioni dei tecnici di Bruxelles e rischia di incrementare ulteriormente la percentuale di precari nell’Università italiana.

Stabilizzazione, reclutamento e riforma del preruolo: l’assegno di ricerca dopo il TAR

Stabilizzazione, reclutamento e riforma del preruolo: l’assegno di ricerca dopo il TAR

Gli assegni di ricerca concorrono alla maturazione del requisito alle tre annualità di contratto necessarie per accedere alla stabilizzazione nel pubblico impiego. È quanto affermano i giudici del TAR del Lazio che si sono pronunciati, in seguito alla denuncia di un ricercatore dell'Istituto nazionale di Fisica nucleare, in merito all’interpretazione dell'articolo 20 del D.Lgs. 75/2017 attuativo della riforma Madia.

Ricercatori Determinati: per il futuro dell’Università pubblica in Italia

Ricercatori Determinati: per il futuro dell’Università pubblica in Italia

Alla fine del 2010 negli atenei italiani insegnavano 56.000 docenti. A otto anni di distanza dall’approvazione della Legge Gelmini, l’organico delle università si è ridotto a 50.000 strutturati. Nel frattempo sono esplose le forme di lavoro atipiche e a tempo determinato: a 3.500 ricercatori di tipo A e 2.500 di tipo B si affiancano quasi 15.000 assegnisti di ricerca. Si tratta di personale necessario per garantire in tutti gli atenei il mantenimento di normali livelli di ricerca e didattica,  e in alcuni contesti persino per lo svolgimento del lavoro amministrativo.

La precarietà uccide la ricerca: una risposta ai dirigenti degli IRCCS

La precarietà uccide la ricerca: una risposta ai dirigenti degli IRCCS

Il 14 luglio il “Decreto Dignità” (D.L. 87/2018) è entrato in vigore a seguito della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. In attesa della conversione in legge da parte del Parlamento, le polemiche sui contenuti del provvedimento non sono cessate e hanno toccato inaspettatamente anche il mondo della ricerca.

ADI scrive al Ministro Bussetti: dottorato e postdoc, è ora di tornare a investire nella ricerca!

ADI scrive al Ministro Bussetti: dottorato e postdoc, è ora di tornare a investire nella ricerca!

Oggi ADI, Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani, ha scritto al neo-ministro dell'Università, Istruzione e Ricerca per chiedere un incontro e discutere "alcune questioni di primaria urgenza per il mondo dell’Università e della Ricerca". Molti sono i temi sul tavolo: dalla valorizzazione del titolo di dottorato nel settore pubblico, scolastico e privato, ad un serio investimento sul dottorato di ricerca, per sanare le disparità a tutt'oggi esistenti tra i dottorandi e garantire loro maggiori opportunità di formazione e ricerca, fino ad una radicale riforma del preruolo che sblocchi il reclutamento ed eviti "la desertificazione delle possibilità di sviluppo e innovazione per il Paese".

ADI è disponibile ad un confronto ampio e costruttivo con il MIUR su questi temi, nell'auspicio che si possa finalmente arrivare ad una risoluzione dei problemi più importanti dell'università italiana.

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