32 mesi senza verità. Ancora dalla parte di Giulio

32 mesi senza verità. Ancora dalla parte di Giulio

È giunta a destinazione ieri, a Roma, la ciclostaffetta per Giulio Regeni partita da Duino (Trieste) il 22 settembre. La manifestazione organizzata per l'occasione ha voluto ricordare il giovane dottorando rinvenuto morto il 3 febbraio 2016 al Cairo, reiterando la richiesta di verità per Giulio Regeni. Infatti, a 32 mesi da quel brutale omicidio, ignoriamo ancora i nomi dei mandanti e degli assassini di Giulio, e i politici italiani continuano ad esibirsi in ipocriti esercizi di stile da realpolitik, nel tentativo di blandire chi governa l'Egitto con la sopraffazione e la tortura.

Nel desolante panorama che emerge dalle dichiarazioni degli attori istituzionali (con la lodevole eccezione del Presidente della Camera, Roberto Fico), Paola e Claudio Regeni, i genitori di Giulio, hanno ieri consegnato una lettera al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Nel testo della lettera - che pubblichiamo qui di seguito - i genitori di Giulio, forti del sostegno di migliaia e migliaia di persone che, da quel terribile giorno, si sono stretti attorno a loro, chiedono alle istituzioni italiane di sostenere in modo sempre più concreto e tangibile la richiesta di verità "che accomuna e muove cittadini di ogni parte del mondo che in Giulio si riconoscono e per Giulio si mobilitano".

32 mesi senza verità non ci hanno fermato. Come dal primo giorno, ADI è ancora dalla parte di Giulio.

 


Carissimo signor Presidente, oggi siamo qua, grazie alla Sua disponibilità e alla generosità di tanti cittadini italiani che ci sono stati vicini e che hanno voluto dimostrare in modo concreto il loro sostegno e la loro vicinanza alla nostra ricerca di verità e giustizia, per Giulio.

Oggi sono trentadue mesi da quando il corpo di nostro figlio è stato fatto ritrovare barbaramente assassinato al Cairo. Sapesse quanto dolore e quanta fatica ci accompagnano da allora. Nulla è stato più uguale a prima. Non siamo mai stati soli: migliaia di cittadini combattono insieme a noi per avere verità, il popolo giallo, la nostra migliore Italia che oggi ha pedalato fin qua.  Abbiamo incontrato tantissime persone in diverse parti d'Italia e abbiamo ricevuto tanto affetto che noi vorremmo ricambiare in qualche modo e per questo portiamo a Lei, quale Presidente, la nostra testimonianza come segno di riconoscenza.

Ma non possiamo fermarci. Abbiamo bisogno, dopo tanta attesa e tante oltraggiose menzogne che alle parole si aggiungano i fatti: dobbiamo sapere chi e perché ha preso, torturato e ucciso Giulio. Lo chiediamo non solo da genitori ma da cittadini di quell'Italia che Lei ama, rappresenta e tutela. È un'esigenza corale non una faccenda privata. Nessuno potrà ridarci Giulio ma non possiamo permettere che la nostra dignità di italiani venga offesa con bugie e silenzi.

Lei, che più di tutti ha a cuore la dignità di questo Paese, dia voce a questa nostra richiesta e restituisca fiducia e onore a tutti i nostri concittadini.

La ricerca della verità per Giulio, diventi un impegno per la tutela dei diritti umani come segno esemplare della serietà e della intransigenza del nostro Paese e della solidità dei suoi valori democratici.

Chiediamo a Lei e a tutte le istituzioni del governo italiano di sostenere e fare sua, in modo sempre più concreto e tangibile, una richiesta che accomuna e muove cittadini di ogni parte del mondo che in Giulio si riconoscono e per Giulio si mobilitano.

Noi, forse Lei lo sa, diciamo sovente che "Giulio continua a fare cose" perché muove le buone energie di questo Paese e costringe con il suo esempio a riflettere sull'inviolabilità dei diritti umani, Giulio ci costringe a decidere da che parte stare. Le chiediamo di stare dalla parte di Giulio, di tutti i Giuli e le Giulie, dalla nostra parte.

Paola e Claudio Regeni