Con il decreto 2024 sul fondo per il finanziamento ordinario (FFO) delle università, è ufficiale: riparte la stagione dei tagli lineari!
- –190 milioni alla “quota base”.
- –100 milioni alla “quota premiale”, cioè quella parte di risorse distribuita secondo criteri decisi centralmente.
- Inversione della “quota di salvaguardia” al –4%, ammettendo che il finanziamento per ogni singola università potrà diminuire da un anno all’altro.
Dai 9,2 miliardi del 2023 si passa ai 9 miliardi del 2024. L’unico aumento? Solo per coprire gli aumenti salariali del personale.
Anna Maria Bernini e Giorgia Meloni hanno scelto di prendere la “cassetta degli attrezzi” evocata dalla titolare del Ministero Istruzione, Universita' e Ricerca e usare le cesoie sul già magrissimo budget delle università. Una vergogna se paragonato ai nostri vicini del Mediterraneo, figuriamoci al Nord Europa e alle altre grandi potenze.
Già nel 2023 il CUN - Consiglio Universitario Nazionale e tutti gli altri attori istituzionali (sistematicamente ignorati da Bernini) denunciavano l’esiguità delle risorse, specialmente in rapporto all’aumento dei costi che gravano sul sistema.
Da ieri, tutta la retorica vuota sui centri di ricerca che realizzano i sogni della grande nazione italiana e il lavoro futuristico di ricercator3 (ricordiamolo, strutturalmente precar3), e professor3, trova la sua risposta in questi numeri.
L’unico merito di Bernini e Meloni? Fracassare i bilanci degli atenei e, davvero, distruggere il futuro del Paese.
Pubblicato Gio, 11/07/2024 - 10:44
- Accedi o registrati per inserire commenti.