I dottorandi della Statale contro il numero chiuso

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il documento che segue, redatto dai dottorandi dell'Università degli Studi di Milano. I colleghi della Statale esprimono il loro deciso dissenso rispetto alle decisioni prese dal Senato Accademico della Statale in merito all'introduzione del numero programmato per l'accesso alle facoltà umanistiche.

ADI si associa alle critiche espresse dai colleghi nel merito della misura e sul metodo con cui è stata approvata, espressione di una netta chiusura al dialogo e al confronto da parte delle massime autorità accademiche. Questa inutile prova di forza non solo non recherà alcun beneficio all'ateneo milanese, ma danneggerà l'intera collettività, negando a numerosi giovani la possibilità di percorrere il proprio percorso di studi e di ricerca.

Il documento è aperto alle sottoscrizioni di quanti desiderassero aderire. Per comunicare la propria adesione è possibile scrivere all'indirizzo comunicato [dot] dottorandi [dot] unimiatgmail [dot] com.

 


 

In merito alla votazione del Senato Accademico a favore dell’introduzione del numero programmato per le facoltà umanistiche, le dottorande e i dottorandi della Statale di Milano prendono pubblicamente le distanze dagli orientamenti espressi e dalle modalità con cui è stata decretata l’introduzione del numero programmato per le materie umanistiche.

Come ampiamente noto, l’introduzione del numero programmato è stata determinata unicamente dalla necessità di rispettare il vincolo del rapporto massimo tra personale docente e componente studentesca previsto dal Ministero con il decreto 987 del 12 dicembre 2016. In nessun caso quindi si può parlare di comprovati benefici che il numero programmato apporterebbe all’Università degli Studi di Milano.

Al contrario, si è a lungo discusso di come l’introduzione del numero programmato nei corsi di laurea all’interno della facoltà di Scienze Politiche sia in gran parte responsabile dell’aumento di iscrizioni ai corsi di laurea umanistici, il quale ha a sua volta determinato il sorgere della questione del numero di studentesse e studenti in rapporto al personale docente.

In questo quadro, prendiamo le distanze da una decisione che ha evidenti connotati emergenziali. La questione in oggetto alla delibera del Senato Accademico del 23 maggio 2017 evidenzia semmai la strutturale mancanza di investimenti che impedisce di fronteggiare il positivo aumento delle iscrizioni mediante l’allargamento dell’organico; la contestuale approvazione di una mozione “per il rilancio dell’università pubblica” non rimuove una delibera che attua le condizioni per l’impoverimento del settore accademico.

Con la delibera del Senato Accademico, si è decretato infatti che la soluzione penalizzi le future studentesse e i futuri studenti, limitandone l’accesso ai corsi di laurea, contrariamente alla vocazione di un’università pubblica la cui funzione primaria è quella di garantire la massima offerta formativa rimuovendo, anziché porre, i limiti di accesso all’istruzione superiore.

Siamo soprattutto sgomenti di fronte alle modalità con cui i vertici della Statale hanno gestito la questione: contrariamente alla procedura prevista, si sono scavalcati i pareri dei dipartimenti interessati quando questi si sono espressi in senso contrario, forzando quindi una decisione che aveva una sola possibile conclusione. Non solo non si è aperto un dibattito serio sulla questione, ma laddove si sono alzate voci preoccupate che chiedevano un confronto sul tema, queste sono state volutamente ignorate.

Ciò appare ancora più grave alla luce della rivelazione, confermata dal rappresentante dei dottorandi, che un voto è stato espresso per via telefonica, in aperta contravvenzione al regolamento del Senato Accademico e risultando tuttavia determinante dal momento che la delibera è stata approvata con la maggioranza di un solo voto.

Le stesse modalità di gestione unilaterali e impositive sono state adottate dallo stesso rappresentante dei dottorandi in Senato Accademico, che ha votato a favore dell’introduzione del numero programmato risultando determinanti. In vista del voto, pubblicamente invitato a discutere con i propri rappresentati la sua posizione su un tema che non era argomento del programma elettorale, Giulio Formenti si è rifiutato di aprire un dibattito con la discutibile motivazione dell’irrilevanza della questione per il corpo dei dottorandi.

Un dibattito interno tra le dottorande e i dottorandi Unimi che tenesse in conto le considerazioni preoccupate dei colleghi iscritti a corsi di dottorato dei dipartimenti direttamente coinvolti dalla decisione del Senato sarebbe stato ancora più necessario dato che la delibera del Senato Accademico limita il numero di studenti pur di non assumere nuovo personale organico, e in questo modo continua a porre grossi ostacoli direttamente alle nostre possibilità lavorative future.

Con il presente documento ribadiamo dunque la nostra radicale distanza dalle modalità di voto espresso in nostra rappresentanza all’interno del Senato Accademico - in nessun modo rappresentativo della articolata posizione dei dottorandi sul tema- e dalle modalità con cui gli organi di amministrazione dell’Università hanno operato in relazione all’introduzione del numero programmato per i corsi di laurea della facoltà di Studi Umanistici.

 

I primi firmatari

  • Giulia Borraccino (Rappresentante dei dottorandi in Economic Sociology and Labour Studies - XXX Ciclo)
  • Nicole Braida (Dottorato in Sociologia e metodologia della ricerca sociale - XXXII ciclo)
  • Federico Bruno (Dottorando in Studi politici - XXXII Ciclo)
  • Francesco Capuzzi (Dottorando in Studi politici - XXX Ciclo)
  • Cristina Cavallo (Dottorato in Sociologia e metodologia della ricerca sociale - XXIX Ciclo)
  • Alessandro D’Errico (Dottorando in Studi politici - XXX Ciclo)
  • Alberto De Marchi (Dottorato in Sociologia e metodologia della ricerca sociale - XXXII ciclo)
  • Beatrice Del Monte (Dottorato in Sociologia e metodologia della ricerca sociale - XXXII ciclo)
  • Marta Idini (Dottorato in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale - XXXII Ciclo)
  • Marta Migliorati (Rappresentante dei dottorandi in Studi politici - XXXI Ciclo)
  • Artëm Patalakh (Dottorando in Studi Politici - XXX Ciclo)
  • Matteo Piolatto (Dottorando in Sociologia economica e studi del lavoro - XXXI Ciclo)
  • Mirele Plenishti (Rappresentante dei dottorandi in Studi politici - XXX Ciclo)
  • Angelica Puricelli (Dottorando in Studi politici - XXX Ciclo)
  • Francesca Pozzoli (Dottorato in Sociologia e metodologia della ricerca sociale - XXXII Ciclo)
  • Gianluca Pozzoni (Dottorando in Studi politici - XXX Ciclo)
  • Silvia Radicioni  (Dottorando in Sociologia economica e studi del lavoro - XXXII Ciclo)
  • Paolo Rizzi (Dottorando in Sociologia economica e studi del lavoro - XXXII Ciclo)
  • Matteo Rossetti (Dottorando in Scienze del patrimonio letterario, artistico e ambientale - XXXI Ciclo)
  • Michele Sacerdoti (Dottorando in Fisica - XXX Ciclo)
  • Guido Salza (Rappresentante dei dottorandi in Sociologia e metodologia della ricerca sociale - XXXII Ciclo)
  • Gianluca Scarano (Dottorando in Sociologia economica e studi del lavoro - XXXI Ciclo)
  • Daria Vitasovic (Dottoranda in Filosofia - XXXI Ciclo)
  • Caterina Giacometti (Dottorato in Sociologia e metodologia della ricerca sociale - XXXII Ciclo)                      
  • Gaia Taffoni (Dottorando in Studi politici - XXXI Ciclo)
Tags: