La Ministra Bernini ha convocato l’ennesimo gruppo di lavoro, questa volta per riformare complessivamente il sistema universitario italiano. Ancora una volta, Anna Maria Bernini si rende responsabile di un completo spregio delle dinamiche democratiche, ignorando deliberatamente l’autonomia del sistema universitario che tanto proclama solo quando si tratta di precarizzare il nostro lavoro e le nostre vite. Anziché ascoltare il Consiglio Universitario Nazionale (CUN), unico organo che rappresenta tutte le componenti del sistema universitario, Bernini adotta come modalità di consultazione la propria rubrica telefonica, affidando i compiti di riforma non alle legittime rappresentanze elette, ma a una conventicola di amicə di fiducia.
Questo comportamento rappresenta un vero e proprio attacco all’integrità e all’indipendenza delle istituzioni accademiche. È un tentativo palese di accentrare il potere decisionale nelle mani di pochi eletti, escludendo deliberatamente chi è stato democraticamente scelto per rappresentare gli interessi del corpo universitario. Questo approccio non solo mina la credibilità del processo di riforma, ma erode anche la fiducia nelle istituzioni democratiche che dovrebbero garantire un dibattito equo e rappresentativo.
È tempo che tutte le rappresentanze e il corpo universitario reagiscano con coraggio a questo disegno consortile e antidemocratico che, da Palazzo Chigi a Viale Trastevere, mira a indebolire scientificamente l’autonomia di governo del sistema universitario, riducendo gli organi di rappresentanza a meri passacarte del potere politico. Non possiamo permettere che l’autonomia universitaria venga sacrificata sull’altare di interessi particolari e di un controllo centralizzato che soffoca il dibattito libero e aperto. La nostra reazione deve essere ferma e decisa per difendere i principi democratici e l’integrità delle nostre istituzioni accademiche.
Pubblicato Dom, 07/07/2024 - 21:41
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