Lo scorso dicembre 2015 siamo stati in prima linea nel lancio della campagna nazionale #perchènoino?, per l’estensione dell’indennità di disoccupazione DIS-COLL ad assegnisti e dottorandi. Inquadrati di fatto come collaboratori, costretti a versare contributi alla gestione separata INPS, dottorandi e assegnisti si sono visti negare ogni dignità in quanto lavoratori, vedendosi preclusa la possibilità di accedere a un’indennità di disoccupazione pensata proprio per simili figure precarie. Da qui il lancio della petizione nazionale e della Maratona DIS-COLL. Grazie alla mobilitazione di migliaia di dottorandi e assegnisti in tutta Italia siamo riusciti a ottenere in prima battuta che venisse introdotto un emendamento con cui si estendeva la DIS-COLL agli assegnisti. Il nostro lavoro di pressione non si è fermato: obiettivo imprescindibile era garantire l’estensione di tale misura anche ai dottorandi. Purtroppo, la politica ha mostrato in questa occasione il suo volto peggiore: personalismi e veti incrociati tra i ministeri (MIUR e MEF) e all’interno del partito di maggioranza hanno provocato la bocciatura dell’emendamento già inserito nella bozza della legge di stabilità. Ma la nostra battaglia non si è fermata.
Cosa abbiamo fatto
Grazie a noi, anche il CNSU si è espresso all’unanimità per l’estensione della DIS-COLL a dottorandi, assegnisti di ricerca e borsisti post-laurea. L'importante presa di posizione del CNSU si unisce e dà ancora più forza alle voci delle migliaia di dottorandi, borsisti e assegnisti che da mesi si battono per il pieno riconoscimento dei propri diritti e per la dignità del lavoro di ricerca in Italia. Abbiamo portato il nostro punto di vista anche al CUN, dove stiamo lavorando affinché questo organismo prenda ufficialmente posizione a favore delle legittime richieste dei giovani ricercatori.
Cosa vogliamo fare
Continuerà la nostra pressione su INPS e governo attraverso le forme di attivazione della campagna #perchènoino?, con l’obiettivo di avviare una serie di ricorsi e cause pilota. Frattanto, seguiremo con molta attenzione l’ipotesi, ventilata da alcuni ambienti del governo, di mettere allo studio una specifica forma di indennità di disoccupazione per assegnisti e dottorandi di ricerca. Il nostro obiettivo è ottenere una forma di indennità di disoccupazione per i giovani ricercatori che possa sostenerli per un congruo arco di tempo, in caso di intermittenza o di interruzione del loro percorso accademico.