L'impegno dell'ADI non si limita al miglioramento delle condizioni di vita e di ricerca dei dottorandi, ma si focalizza anche sulla necessità di restituire un futuro a un’intera generazione di giovani studiosi. Condizione imprescindibile affinché ciò avvenga in ambito accademico è la riapertura dei canali di reclutamento, attraverso lo sblocco del turn-over, in vigore dal 2008, e il ripristino di adeguati livelli di finanziamento dell'Università. Gli effetti di questo indispensabile cambio di rotta rispetto alla drammatica tendenza degli ultimi anni andrebbero molto oltre la valorizzazione delle preziose competenze maturate da migliaia di dottori e assegnisti di ricerca, per incidere sulla capacità di sviluppo della nostra società e sul benessere collettivo. Un Paese con più ricercatori può costruire un modello di crescita più efficace e sostenibile grazie a conoscenza e innovazione.
Ci siamo battuti e ci continueremo a battere per una riforma complessiva del percorso per l’accesso a posizioni di ruolo. Questa riforma dovrebbe seguire tre direttrici: razionalizzazione del percorso attraverso la riduzione del numero di figure contrattuali previste, contrazione dei tempi per l’accesso al ruolo ed estensione di diritti e tutele sociali e previdenziali a tutte le (auspicabilmente poche) figure pre-ruolo.
Cosa abbiamo fatto
In questi anni, con le sue indagini, l'ADI ha contribuito a consolidare nella comunità accademica la piena consapevolezza della necessità di una riforma del pre-ruolo. Grazie all'esercizio della rappresentanza, abbiamo contribuito all’elaborazione delle autorevoli proposte di sblocco del reclutamento e di semplificazione del pre-ruolo formulate dal Consiglio Universitario Nazionale (CUN) (leggi qui, qui e qui). Attualmente siamo impegnati in un percorso di scrittura collettiva della Carta della Ricerca, attraverso una serie di assemblee in diversi atenei. Lo scorso 28 aprile abbiamo promosso, insieme a FLC-CGIL, Link, CRNSU e Rete 29 Aprile, un confronto pubblico con le forze politiche e parlamentari in cui abbiamo ribadito le nostre analisi e le nostre indicazioni per una completa trasformazione del sistema di reclutamento.
Cosa vogliamo fare
Ci proponiamo due obiettivi.
Il primo è la sostituzione delle attuali figure di Ricercatore a Tempo Determinato di tipo "a" e "b" con un'unica figura tenured, cioè un’unica figura che preveda la possibilità, alla fine del contratto, di passare di ruolo.
Il secondo è il superamento dell'assegno di ricerca, contratto di lavoro parasubordinato che ha mostrato tutta la sua inadeguatezza in ordine all'accesso alle posizioni tenured, alle tutele sociali - in primo luogo all’indennità di disoccupazione - e alla compatibilità con i finanziamenti europei. L'ADI ipotizza l'introduzione di un contratto post-doc a carattere subordinato, dotato di maggiori tutele e il cui ricorso, da parte delle università, sia vincolato a forme di programmazione che ne impediscano l'abuso.
Il nostro impegno è portare queste proposte in CNSU e in CUN, facendo della riforma del sistema di reclutamento accademico una delle priorità del prossimo mandato.