AlmaLaurea risponde ad ADI: anche per noi #ricercaèlavoro

AlmaLaurea risponde ad ADI: anche per noi #ricercaèlavoro

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la risposta del Consorzio AlmaLaurea al nostro articolo del 5 aprile 2018 "AlmaLaurea come Poletti: anche per gli assegnisti #ricercaèlavoro!".

 


 

Il questionario di indagine messo a punto dal Consorzio AlmaLaurea deve consentire di individuare esattamente il fenomeno che si sta osservando in tutte le sue parti, così da coglierne le sfaccettature in fase di analisi. Ecco perché è importante distinguere con precisione le varie forme di lavoro: dalla formazione retribuita (dottorato di ricerca, scuola di specializzazione, ecc.) alle attività post-doc sostenute da assegni di studio o di ricerca, dal lavoro alle dipendenze o in forme autonomo al lavoro non regolamentato. Sono tutte forme di lavoro che, in quanto tali, devono essere rilevate.

È fuorviante pensare che al questionario corrisponda sic et simpliciter l’elaborazione realizzata e pubblicata. I rapporti di AlmaLaurea sui dottori di ricerca considerano infatti tra gli occupati anche coloro che svolgono attività con assegni di ricerca o borse post doc, come dimostrato qui: https://www.almalaurea.it/informa/news/2017/09/28/dottori-di-ricerca-performance-formative-e-mercato-del-lavoro e qui, nel Report più recente: https://www.almalaurea.it/sites/almalaurea.it/files/comunicati/2017/2017_occupazione_dottori.pdf

Anche tra le caratteristiche del lavoro svolto (ad es. rispetto al contratto di lavoro, cfr. pag. 6 del Report più recente) si fa esplicito riferimento alle attività sostenute da assegni di studio o di ricerca.

AlmaLaurea è a disposizione per confrontarsi in modo costruttiva sul tema al fine di realizzare rapporti che tengano conto delle esigenze conoscitive di tutti gli attori e della complessità della realtà che si intende analizzare.

 


 

ADI è lieta di constatare che anche per AlmaLaurea dottorato di ricerca, specializzazione, assegni e borse di ricerca debbono essere considerate "forme di lavoro". La posizione espressa da AlmaLaurea nella replica è in accordo con quanto affermato dalla Carta Europea dei Ricercatori, che tutte le università aderenti al consorzio hanno sottoscritto nel 2005, a Camerino:

"Riconoscimento della professione

Tutti i ricercatori che hanno abbracciato la carriera di ricercatore devono essere riconosciuti come professionisti ed essere trattati di conseguenza. Si dovrebbe cominciare nella fase iniziale delle carriere, ossia subito dopo la laurea, indipendentemente dalla classificazione a livello nazionale (ad esempio, impiegato, studente post-laurea, dottorando, titolare di dottorato-borsista, funzionario pubblico)."

Il principio precedente è adottato anche dall'Indagine sull'inserimento professionale dei dottori di ricerca che l'ISTAT sta svolgendo in questi giorni. La domanda 2.1 del questionario ISTAT, infatti, considera tutte le attività di ricerca finanziate da assegno o borsa di ricerca come attività lavorative.

Malgrado l'elaborazione dei dati del questionario AlmaLaurea sia effettuata in accordo con il principio appena esposto, il messaggio proposto dal questionario a chi identifica la posizione di assegnista o borsista di ricerca come propria posizione di lavoro risulta offensivo per coloro che fanno della ricerca il proprio lavoro. Numerosi sono stati i colleghi che, sui social o in privato, hanno espresso l'intenzione di non terminare la compilazione del questionario di fronte al perentorio messaggio, con quell'"evidentemente c'è un errore" che suona quasi come beffa.

Prendiamo atto della disponibilità al confronto di AlmaLaurea, e suggeriamo fin d'ora una piccola modifica, che speriamo sia implementata da subito: eliminare il messaggio che ha suscitato lo sdegno dei colleghi, o sostituirlo con un messaggio più neutro, senza richiesta di modificare le proprie risposte, di questo tenore:

"Ha detto di avere una borsa post-doc o assegno di ricerca, e in precedenza ha dichiarato che attualmente lavora. Le ricordiamo che nel contesto di questa indagine saranno considerati "occupati" coloro che svolgono una qualsiasi attività di ricerca.".

Il riconoscimento del lavoro di ricerca e del suo valore sociale passa anche attraverso questi piccoli dettagli.