A seguito della mobilitazione di ieri, 7 novembre, pubblichiamo il comunicato congiunto di ADI, Link - Coordinamento Universitario e FLC-CGIL sull'incontro avvenuto ieri con i rappresentanti del MIUR sul tema del concorso scuola.
Nella giornata di ieri, 7 novembre, gli aspiranti insegnanti hanno dato vita a forme di mobilitazione e confronto in tante città italiane - Bari, Bologna, Roma, Milano, per citarne solo alcune - per chiedere certezze sulle tempistiche del concorso per insegnanti e chiarezza e garanzie sul nuovo percorso per l’accesso all’insegnamento. Le risposte date dal MIUR sono state vaghe, insufficienti e poco condivisibili.
Nel corso del presidio, organizzato a viale Trastevere di fronte al MIUR, abbiamo incontrato attraverso una nostra delegazione il dott. Pinneri, capo di gabinetto del Ministro Bussetti. Sul concorso non ci è stata fornita alcuna informazione: il dott. Pinneri si è limitato a dire che la nuova procedura verrà approvata insieme alla Legge di bilancio a fine dicembre, come del resto noto già a tutti. Ma sulle tempistiche di indizione del bando non abbiamo avuto alcuna risposta. Si rischia così che anche all'inizio del prossimo anno scolastico si debba affrontare il problema delle numerose cattedre scoperte con tutte le gravi conseguenze per gli studenti e le studentesse di questo Paese.
Le risposte fornite dal Ministero circa la possibilità di partecipare solamente per una classe di concorso, sulla reintroduzione della specializzazione per il sostegno e sull’obbligo di permanenza di cinque anni nello stesso istituto sono superficiali e inaccettabili. Per il Ministero si riconduce tutto ad una questione organizzativa e di gestione delle procedure concorsuali. A nostro avviso la semplificazione delle procedure non può andare a scapito della possibilità di scelta degli aspiranti insegnanti, né tantomeno della qualità dell’insegnamento. Migliaia di persone in questi anni hanno investito tempo e denaro per partecipare a più classi di concorso, e ora il Ministero cambia le regole. Migliaia di precari senza abilitazione hanno svolto il servizio sul sostegno e ora tutto d’un tratto viene loro chiesto un ulteriore titolo per svolgere la professione. E migliaia di docenti verranno privati del diritto alla mobilità - argomento che peraltro deve essere oggetto di contrattazione integrativa nazionale e non materia di legge.
Per quanto riguarda i 24 CFU, per questo nuovo anno accademico non è stata data nessuna garanzia sulle modalità con cui verranno erogati e non è chiaro se le procedure rimarranno invariate o meno rispetto allo scorso anno.
Per quanto riguarda i dottori di ricerca, infine, malgrado nella Legge di Bilancio sia prevista una “particolare valutazione” per il titolo nell’ambito del 20% del punteggio concorsuale complessivo, non è chiaro in che modo il governo intenda procedere, e quanto il dottorato sarà valutato in rapporto agli altri titoli.
In questo contesto registriamo l’ennesimo taglio dei finanziamenti all’istruzione, in piena continuità con quanto fatto dai governi precedenti.
Non possiamo dunque che continuare a chiedere chiarezza per gli insegnanti e chi aspira ad accedere all’insegnamento, e la garanzia di un concorso immediato e per colmare le gravi lacune del nuovo percorso per accedere alla formazione per una scuola all’altezza della sua funzione sociale.
La mobilitazione continua!
Pubblicato Gio, 08/11/2018 - 19:42
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