Nella seduta dell’11 e 12 luglio, il Consiglio Universitario Nazionale (CUN) ha approvato una mozione proposta da ADI e LINK – Coordinamento Universitario riguardante i corsi a numero programmato.
Nei mesi scorsi l’introduzione del numero programmato nei corsi di laurea di Studi Umanistici dell’Università Statale di Milano ha generato un acceso dibattito riguardo alle cause, agli effetti e all’opportunità di istituire tali limiti nell’accesso agli studi. Questo dibattito è stato portato all’attenzione del CUN, che ha esaminato a fondo le cause che stanno portando molti atenei all’introduzione di corsi a numero programmato. Con l’approvazione della mozione, il CUN rileva come, in molti casi, “la scelta e la necessità di introdurre il numero programmato sia riconducibile a due aspetti: la riduzione del numero di docenti avvenuta per i forti tagli subiti dal sistema universitario e il meccanismo del cosiddetto “blocco del turn-over” che porta al non rispetto dei requisiti “AVA”; il rischio di non poter erogare un’offerta formativa adeguata in termini di spazi e strumentazioni didattiche alla domanda.”
Il CUN chiede alla ministra Fedeli di intraprendere tre azioni per contrastare questi fenomeni:
- L’adozione di un piano nazionale di reclutamento in tutte le fasce di docenza, finanziato con un incremento della quota libera di FFO;
- La programmazione di risorse per l’edilizia universitaria, in modo tale da garantire adeguati spazi per la didattica;
- L’introduzione di adeguate politiche di orientamento universitario, per ridurre il tasso di abbandono degli studi.
“Il calo degli iscritti nell’ultimo decennio è figlio di politiche restrittive nell’accesso all’università” dichiara Andrea Torti, coordinatore di LINK. “Servono politiche che sostengano l’aumento delle iscrizioni, diano maggiore stimolo al miglioramento della didattica e all’aumento del numero di laureati. Tutto questo, come rileva la mozione del CUN, deve essere attuato con un investimento sostanziale di risorse nel FFO.”
“Il numero programmato è la logica conseguenza della cronica carenza di finanziamenti.”, evidenzia Giuseppe Montalbano, Segretario Nazionale dell’ADI. “L’adozione di un piano nazionale di reclutamento in tutte le fasce di docenza, proposto dall’ADI e approvato dal CUN, permetterebbe di spezzare il circolo vizioso tra scarsità di risorse e riduzione del numero dei docenti e degli studenti. Proprio quello che ADI cerca di fare da tempo, in primo luogo attraverso campagne come #ricercaèfuturo.”
La mozione sarà pubblicata nei prossimi giorni sul sito del CUN, e sarà inviata alla ministra Valeria Fedeli perché possa prenderla in considerazione.
Pubblicato Gio, 13/07/2017 - 02:18
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