Riapertura GPS e titoli valutabili: respinte le nostre richieste per valorizzare dottorato, assegni e didattica

Il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato l’Ordinanza n. 112 dell’11 maggio 2022 relativa al rinnovo delle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS), che rimarranno in vigore per il biennio 2022-2024.

Il mese scorso, anche alla luce della prassi applicativa risalente alle previgenti Graduatorie, abbiamo inviato una richiesta sia al Ministero dell’Istruzione, sia al Ministero dell’Università, per suggerire Iniziative volte alla piena valorizzazione del Dottorato di ricerca nelle suddette Graduatorie. Dalla lettura del testo e delle tabelle di valutazione dei titoli e dei servizi rileviamo che, ancora una volta, le nostre richieste sono rimaste inascoltate. Elenchiamo qui di seguito le proposte inviate.

  1. Punteggio del dottorato di ricerca. Muovendo dalla considerazione per cui i 12 punti previsti nella tabella di valutazione dei titoli allegata all’O.M. 60/2020 delle vigenti GPS, anche comparativamente rispetto alla valutazione dell’assegno di ricerca, risultino esigui, abbiamo proposto l’innalzamento a 18 punti. Abbiamo suggerito, altresì, la valutazione di 5 punti per ogni annualità di dottorato svolta, per un totale di 15 punti, riservando a coloro che abbiano già conseguito il titolo – che certamente si trovano in una posizione differente e come tale meritevole di distinzione – gli ulteriori 3 punti fino a giungere a 18.
    Tale valutazione risultava necessaria anche per la peculiare situazione nella quale versano i dottorandi e le dottorande afferenti al XXXIV ciclo che abbiano fruito delle misure di proroga del termine finale del corso riconosciuti dall’art. 33 del D.L. 41/2021 in ragione delle conseguenze della pandemia sull’avanzamento dei progetti di ricerca: detti colleghi e colleghe, per avere goduto di un diritto garantito dal legislatore per ragioni oggettive, si trovano oggi nell'impossibilità di fare valere nelle Graduatorie il dottorato di ricerca dato che per molti si chiuderanno prima del conseguimento del titolo.
     

  2. Valutazione degli assegni di ricerca. Come noto, la prassi applicativa ad opera degli USP e delle scuole ha condotto a soluzioni assai differenti nonostante i chiarimenti delle FAQ ministeriali e della nota 1550 del 4 settembre 2020. L’interpretazione erronea dell’assegno come un titolo da parte del Ministero non ha considerato le problematiche derivanti dalla valutazione degli assegni con rinnovi, comportando l’attribuzione di dodici punti ad assegni della durata pluriennale vedevano riconosciuti solo dodici punti, mentre più assegni della durata annuale si vedevano riconosciuti dodici punti per ogni annualità. Oltre a risultare un’attribuzione di punteggio incongruente, abbiamo riscontrato molti problemi nella comprensione della valutazione degli assegni da parte degli USP e delle segreterie scolastiche così come richiesta dal ministero. Per superare tali problemi di valutazione emersi nel precedente biennio, abbiamo proposto un chiarimento nella formulazione delle tabelle dei titoli valutabili, attribuendo espressamente il punteggio di dodici punti ad ogni annualità di assegno di ricerca.
     

  3. Valutazione didattica universitaria. Non è mancata la nostra proposta storica, risalente alle elaborazioni del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari nonché alle elaborazioni collettive dell’ADI, della valutazione della didattica universitaria svolta tanto dai dottorandi di ricerca, quanto da assegnisti e docenti a contratto.

Tutte le nostre richieste sono state escluse dall'ordinanza. Riteniamo che questo sia grave, sia perché si trattava di interventi tesi a fare chiarezza al fine di evitare criticità nell'attribuzione dei punteggi ed eventuali situazioni inique e difficili per l’Amministrazione, sia perché in un sistema che dichiara di voler puntare sulla formazione del corpo docente la valorizzazione del dottorato di ricerca rappresenta un passaggio fondamentale.