Dottorandi e PostDoc esclusi dalla sospensione dei percorsi abilitanti? ADI interviene su MIM e MUR per tutelare chi fa ricerca a ogni livello

EDIT [VENERDÌ 5 SETTEMBRE 2025 ORE 11:20]: a seguito della nostra segnalazione, il giorno 5 settembre 2025, l'on. Antonio Caso ha presentato un'interrogazione parlamentare sul tema al MIM e al MUR, chiedendo «quali iniziative urgenti i Ministri [...] intendano adottare affinché l'interpretazione del decreto ministeriale n. 156/2025 sia uniforme e coerente con lo spirito della norma, estendendo la possibilità di sospensione dei percorsi abilitanti anche a dottorandi e dottori di ricerca per comprovate esigenze legate alle loro attività scientifiche».

TAR Lombardia: tutelati i diritti dei dottorandi in caso di malattia. Una sentenza che fa chiarezza

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia (Sez. V, sentenza n. 2832/2025) ha accolto il ricorso di una dottoranda esclusa dal corso di PhD e obbligata a restituire la borsa di dottorato, dopo un lungo periodo di malattia certificata. La vicenda è emblematica e riguarda temi che toccano tutta la comunità dottorale: il diritto alla salute, la corretta applicazione dei regolamenti di dottorato, il rapporto di buona fede tra università e dottorandi.

Sogno d'una notte di fine estate: rapporto ADI sul Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) 2025 delle Università statali italiane

L’ADI presenta la sua analisi critica sul Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) 2025 delle università statali.

Dopo i tagli del 2024, il Fondo torna nominalmente a crescere, raggiungendo i 9,368 miliardi di euro (+3,7%). Tuttavia, l’incremento resta inferiore alle previsioni programmatiche e non copre l’inflazione né i costi aggiuntivi del personale, lasciando il sistema universitario in una condizione di sottofinanziamento cronico. 

Per ADI, l’FFO 2025 non risponde alle sfide di lungo periodo: sottofinanziamento strutturale, precarizzazione del personale, divari territoriali e inadeguato sostegno agli studenti rimangono irrisolti. È urgente un cambio di paradigma che riporti l’università pubblica italiana a livelli di investimento comparabili con quelli europei, per garantire qualità, inclusione e prospettive alle nuove generazioni.

Niente di nuovo sotto l’ombrellone. Il DL “Università” non affronta la crisi strutturale del reclutamento nella ricerca.

Con l’approvazione definitiva del Decreto-Legge “Università”, il Governo ha perso un’occasione decisiva per affrontare in modo strutturale la precarietà del sistema universitario italiano.

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