È stata presentata ieri in Consiglio Regionale della Basilicata una mozione per la valorizzazione del titolo di dottorato. Oggetto del documento è la valorizzazione del titolo di dottorato di ricerca nell’ambito delle selezioni per titoli e concorsi previste dai bandi pubblici della Regione Basilicata. La mozione, presentata dal consigliere Vincenzo Robortella, è stata sottoscritta da tutti i gruppi consiliari e sarà portata in votazione durante la prossima seduta del Consiglio.
La mozione è il risultato dell'impegno attivo di tutti i soci di ADI Basilicata, che ha incontrato a più riprese i rappresentanti regionali, e ha reso evidente il valore del dottorato di ricerca anche fuori dall'ambito accademico. Il testo della mozione è stato predisposto con la stretta collaborazione di ADI Basilicata e condiviso infine da tutti i gruppi consiliari.
Prima Regione a muoversi in questa direzione, la Basilicata inaugura così un nuovo processo che speriamo porti a una sempre maggiore considerazione per i dottori e le dottoresse di ricerca, un vero e proprio giacimento di energie per la crescita scientifica, culturale ed economica dell'intero paese.
"Con questa mozione" - dichiara la coordinatrice di ADI Basilicata, Agnese Emanuela Bonomo - "la Regione Basilicata mostra grande sensibilità per l'Università e il Dottorato di Ricerca. Il dato essenziale è rappresentato dalla sottoscrizione condivisa da parte di tutti i gruppi consiliari, a dimostrazione del fatto che la valorizzazione del titolo di dottorato è un impegno che non ha alcun colore politico".
Qui di seguito riportiamo il testo della mozione presentata al Consiglio Regionale della Basilicata.
ALLA C.A.
DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA
Ing. VITO SANTARSIERO
SEDE
MOZIONE
CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA
OGGETTO: VALORIZZAZIONE TITOLO DI DOTTORATO DI RICERCA NELL’AMBITO DELLE SELEZIONI PER TITOLI E CONCORSI PREVISTA NEI BANDI PUBBLICI DELLA REGIONE BASILICATA
IL CONSIGLIO REGIONALE
Premesso che
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Il titolo di dottorato di ricerca è stato istituito nel nostro paese da oltre trent'anni, e rappresenta il più alto grado di formazione previsto dall’ordinamento Italiano e Europeo Vigente;
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Il dottorato di ricerca costituisce il più alto grado di formazione concesso dall'ordinamento italiano, e certifica elevate capacità di ricerca, relazionali e di gestione;
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La VI indagine dell’Associazione dei Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani (ADI) rileva che solamente il 6% degli assegnisti di ricerca alla conclusione del primo anno di contratto possono ambire ad un posto di lavoro a tempo indeterminato all'interno delle università italiane;
Considerato che
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La legge 124/15, art. 17 (c.d. legge Madia) evidenzia al punto f) l’importanza della valorizzazione del titolo di dottorato di ricerca, in attuazione di quanto previsto dall'articolo 4, comma 7, della legge 3 luglio 1998, n. 210, e dall'articolo 17, comma 111, della legge 15 maggio 1997, n. 127, e successive modificazioni;
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Il D.lgs. 75/2017, attuativo della Legge Delega 124/2015, ha introdotto alcune innovazioni, prevedendo la possibilità che il dottorato sia richiesto come requisito di partecipazione ai concorsi per specifici profili o livelli d’inquadramento e che il titolo di dottorato di ricerca deve essere valutato, ove pertinente, tra i titoli rilevanti ai fini del concorso. Tuttavia, nonostante si tratti di un primo importante segnale di apertura sul tema in discussione, la natura facoltativa dell’indicazione contenuta nella previsione normativa rischia di non garantire a quest’ultima un’effettiva applicazione;
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Resta ferma la facoltà per le pubbliche amministrazioni di richiedere il possesso del titolo di dottorato di ricerca quale requisito di accesso per specifici profili o livelli di inquadramento;
Ritenuto che
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Ad oggi il riconoscimento e la valorizzazione del titolo al di fuori dell’ambito accademico sono ancora carenti;
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Nei contratti collettivi nazionali il titolo non è considerato e non è prevista nessuna posizione stipendiale specifica per i possessori di dottorato di ricerca;
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Né il settore privato né la Pubblica Amministrazione (PA) sembrano in grado di dar vita a politiche volte alla valorizzazione della figura dei dottori e dottoresse di ricerca. Per quanto riguarda la PA, ad esempio, il dottorato di ricerca non è quasi mai richiesto come titolo preferenziale per accedere all’impiego e frequentemente non viene nemmeno valutato tra i titoli;
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L’implementazione di politiche volte a valorizzare il dottorato nel settore privato e negli enti pubblici, pertanto, non può più essere rinviata se vogliamo evitare che questo capitale sociale, per cui sono state investite importanti risorse finanziarie, venga sprecato;
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L’impegno nella valorizzazione del Dottorato da parte dell’Associazione Nazionale ADI ha portato alla proposta di politiche ragionevoli e applicabili che prevedono, nel caso specifico di valutare il titolo di Dottorato analogamente a quanto già disposto per la valutazione dei titoli di accesso. In particolare il punteggio attribuito a quest’ultimo non può essere inferiore a quello proporzionale ai 180 crediti formativi universitari (cfu) ad esso riconosciuti secondo quanto previsto dal, D.M. 8 febbraio 2013, art. 45 “Regolamento recante norme modalità di accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato e criteri per la istituzione dei corsi di dottorato di ricerca da parte degli enti accreditati”, rispetto a quelli riconosciuti agli altri titoli rilevanti ai fini del concorso.
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Nei bandi di concorso per titoli ed esami della Regione Basilicata volti a selezionare personale specializzato e competente non è presente una valutazione dei titoli di studio che contempla il titolo di dottorato;
IMPEGNA
La giunta regionale a valutare le misure possibili al fine di agevolare l’ingresso nella Pubblica Amministrazione Regionale di personale altamente qualificato che, in virtù del proprio percorso di studi possa contribuire a rendere più efficiente, efficace e reattiva la macchina della PA della Regione Basilicata.
Pubblicato Mer, 07/11/2018 - 16:52
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