UNESCO Italian Youth Forum 2019: intervento di ADI su formazione dottorale e sviluppo sostenibile

Science4Society-Unesco

Science4Society Unesco | L'ADI ha partecipato al tavolo Science4Society dell’Assemblea annuale dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco e ha discusso del rapporto tra formazione dottorale, ricerca scientifica e sviluppo sostenibile, mettendone in luce le criticità soprattutto in considerazione dei dati relativi allo stato del dottorato di ricerca in Italia negli ultimi dieci anni.

 

Si è svolta a Trieste venerdì e sabato scorsi l’Assemblea annuale dell’Associazione Italiana Giovani per l’Unesco, ispirata quest’anno alla “S” di UNESCO, legata alla Scienza. Dopo la serata introduttiva di venerdì, tenutasi al Teatro Lirico “Giuseppe Verdi” di Trieste, la giornata di sabato si è strutturata intorno a cinque tavole rotonde con l’intento di affrontare i 17 obiettivi ONU formulati per il 2030: Science4Society, Science4Culture, Science4Communication, Science4Oceans, Science4Education. Per la prima volta, l’ADI è stata presente all’evento prendendo parte alla tavola rotonda dal titolo Science4Society, dedicata al ruolo della ricerca nella società. A questo tavolo hanno partecipato Maurizio Fermeglia, Rettore dell'Università di Trieste, Loredana Casalis, Responsabile del NanoInnovation Lab pressa Elettra Trieste, Vittorio Cavani, Vice-presidente del Comitato Giovani Imprenditori, Confindustria Emilia Romagna, Raimondo Mandis, Project Manager Sardegna Ricerche, Max Paoli, Programme Coordinator per The World Academy of Sciences (TWAS) e, per la nostra associazione, Luciana Forti, membro della Segreteria nazionale ADI e Responsabile per le attività culturali. 

Insieme agli altri partecipanti al tavolo, si è discusso del ruolo del ricercatore nella società di oggi e di sviluppo sostenibile. In particolar modo, l’ADI ha descritto il rapporto tra formazione dottorale, ricerca scientifica e sviluppo sostenibile, mettendone in luce le criticità in considerazione dei dati relativi allo stato del dottorato di ricerca in Italia negli ultimi dieci anni. Facendo leva sul quasi dimezzamento dei posti di dottorato messi a bando in Italia dal 2007 al 2017, e sul bassissimo numero di dottori ricerca in Italia per migliaio di abitanti rispetto agli altri paesi europei, si è sottolineata l’importanza dei finanziamenti per la ricerca in Italia, premessa ineludibile per lo sviluppo della scienza nell’ottica della sostenibilità. Inoltre, è stata rilanciata la proposta ADI per la riforma del dottorato di ricerca in Italia pubblicata lo scorso autunno e articolata nei seguenti quattro punti:

  1. Superamento del dottorato senza borsa e rifinanziamento del dottorato di ricerca, perché #ricercaèlavoro e come tale va trattata innanzitutto sul piano della retribuzione.

  2. Definizione del dottorato di ricerca e inquadramento giuridico dei dottorandi, per allineare l'Italia alla Carta europea dei ricercatori che definisce il dottorando come lavoratore in formazione.

  3. Abolizione della tassazione per i dottorandi con borsa, per combattere i casi di atenei che chiedono al dottorando il pagamento di una tassa annuale che arriva a superare il migliaio di euro.

  4. Adeguamento dell’importo minimo della borsa di dottorato al minimale contributivo INPS, per consentire ai dottorandi di raggiungere il riconoscimento di un intero anno contributivo (attualmente, vengono riconosciuti solo 11 mesi).

Soltanto un aumento delle tutele e dei finanziamenti sul dottorato potrà condurre a un aumento di dottorandi e dottori di ricerca, che a sua volta sarà in grado di arricchire le nostre conoscenze e la nostra capacità di divulgarle, per poi, contribuire alla determinazione di migliori condizioni per lo sviluppo sostenibile.

Continua dunque il percorso dell’ADI nella costruzione di una rete volta a costruire una visione della scienza che sia al servizio di tutti e che sia promotrice di un modello di sviluppo equo e sostenibile. Riteniamo infatti che la formazione dottorale sia tra le protagoniste dei processi che possono condurre il nostro Paese e l’intero pianeta verso nuovi modelli di sviluppo e siamo pronti a fare la nostra parte.

 

Science4Society Unesco