Dall’emanazione del DL Rilancio ad oggi, continuano a susseguirsi dichiarazioni riguardanti nuove occasioni e nuove modalità di svolgimento delle procedure concorsuali per accedere alla Pubblica Amministrazione. Si annunciano diversi concorsi per diversi enti pubblici e - per quanto siamo ancora lontani da un pieno “rilancio” della P. A. - non possiamo che salutare con favore l’avvio di un’inversione di rotta rispetto ad anni di sottofinanziamento e sottodimensionamento delle amministrazioni dello Stato.
Solo pochi mesi fa, in seguito al confronto tra l’ADI ed il Ministero della Funzione pubblica guidato da Fabiana Dadone, la comunità dei dottori di ricerca è riuscita ad ottenere, con la legge n. 12 del 5 marzo 2020, la modifica dell’art. 35 c. 3 lettera e-ter del Testo unico sul pubblico impiego che, infatti, oggi prevede che la valutazione del dottorato sia considerata «prioritaria» tra i titoli rilevanti ai fini del concorso, oltre ad ottenere l’inserimento del comma 3-quater con il quale si prevede un successivo decreto volto a disciplinare i criteri di valutazione del titolo e si assegna alla contrattazione collettiva il compito di valorizzare il dottorato nell'attribuzione delle progressioni economiche.
Chiediamo ora che sia data concreta attuazione a quanto disposto nel Testo unico sul pubblico impiego e che già a partire dai prossimi concorsi pubblici il dottorato venga valutato coerentemente alle nuove disposizioni della legge. Nelle proposte ADI che abbiamo consegnato alla Ministra Fabiana Dadone, ad esempio, si sottolinea l’importanza di attribuire al dottorato un punteggio almeno pari a quello proporzionale ai crediti formativi universitari (cfu) ad esso riconosciuti (secondo quanto previsto dall’ art. 5 comma 2 del Decreto 509/1999) rispetto a quelli riconosciuti agli altri titoli eventualmente rilevanti ai fini del concorso, oltre a sottolineare anche l’opportunità di riconoscere a tutti gli effetti il percorso dottorale come una vera e propria esperienza lavorativa pregressa in sede concorsuale. Riteniamo opportuna dunque un’accelerazione nella stesura del decreto del Presidente del Consiglio che disciplini i criteri di valutazione del titolo di dottore di ricerca che tenga conto in maniera importante alla “durata dei relativi corso e alle modalità di conseguimento (...)” così come disciplinato dalla legge n. 12 del 5 marzo 2020. A tal proposito ci rendiamo sin da subito disponibili ad un ulteriore confronto con le Istituzioni al fine di addivenire ad una soluzione che dia la giusta dignità al livello d’istruzione più alto previsto dall’ordinamento universitario italiano.
Si tratta di alcuni primi ma fondamentali passi verso una piena valorizzazione del dottorato nella P. A. che, tramite il giusto riconoscimento del titolo e la valorizzazione della ricerca nel settore pubblico, possono contribuire in maniera decisiva a compiere la rivoluzione che in tanti auspichiamo nelle amministrazioni dello Stato.
Pubblicato Mar, 30/06/2020 - 15:07
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