Il nostro giro d'Italia alla ricerca degli atenei che applicano la "tassa sul talento" fa tappa nelle Marche. Dopo Reggio Calabria, Foggia, e Trieste, oggi è la volta dell'Università degli studi di Macerata, che da qualche anno chiede un contributo per l'iscrizione a tutti i dottorandi vincitori di borsa di studio. Ricordiamo che la misura è resa possibile dal DM 45/2013 che, abolendo il precedente regolamento nazionale per i corsi di dottorato, elimina anche la norma che esentava dal pagamento della tassa d'iscrizione tutti i dottorandi vincitori di borsa di studio.
L'Università degli Studi di Macerata è tra le più esose in termini di tassazione. Sottraendo le cifre relative al diritto allo studio e all'imposta di bollo, dovuto per legge da tutti gli iscritti ai corsi di dottorato, l'ateneo marchigiano applica ai dottorandi borsisti fino a 1310 euro di tasse, una cifra pari a quasi una mensilità e mezza della borsa di studio. La tassazione è fasciata in base all'ISEE-U su tre soli scaglioni, con un minimo di 510 euro, passando per 910 euro, fino ad arrivare ai 1310.
Ci pare opportuno segnalare che il bando EUREKA, con cui la Regione Marche finanzia un certo numero di posizioni di dottorato nelle università del territorio, prevede per i dottorandi borsisti l'esenzione dal pagamento della tassa di iscrizione. Si viene così a creare nell'ateneo maceratese una singolare disparità di trattamento tra dottorandi: i colleghi, con mansioni del tutto analoghe, sono soggetti o no al pagamento della tassa di iscrizione a seconda della borsa della quale usufruiscono.
Se ancora una volta proviamo a fare i conti in tasca all'università, in base alle simulazioni sulla fasciazione ISEE-U più probabile otteniamo un gettito previsto per la tassazione di soli 51000 euro per anno. Una cifra del tutto ridicola, che rende ancora più ingiustificabile il ricorso a questa misura ingiusta e controproducente.
Torniamo dunque a chiedere al governo di operare con celerità, all'interno della legge di stabilità che sarà prossimamente discussa nelle aule parlamentari, al fine di superare questa misura iniqua, estendendo l'abolizione della tassazione a tutti i dottorandi non borsisti. Una misura che avrebbe un grandissimo significato, e permetterebbe di riconoscere finalmente il fondamentale apporto dei dottorandi alla vita di tutte le università italiane.
Pubblicato Mer, 04/10/2017 - 17:52
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