Clima e modello di sviluppo: senza Ricerca non c’è Progresso

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Marcia per il clima | Grazie all'attività di ricerca, l’Università è tra i principali artefici di un cambiamento possibile verso un modello di sviluppo eco-sostenibile. E’ per questo che ogni attacco al sistema dell’istruzione e della ricerca è un attacco al progresso e all'innovazione. Chiediamo grandi investimenti nell’Università, perché il Paese deve essere preparato anche ad affrontare sfide epocali come il cambiamento climatico e le sue conseguenze.

 

A distanza di pochi giorni, l’Italia si mobilita ancora contro i cambiamenti climatici e per un modello economico sostenibile, in grado di rispettare e tutelare le risorse del pianeta e ridurre fortemente le emissioni inquinanti che minacciano la biodiversità’ dei nostri ecosistemi. Dopo lo sciopero mondiale per il clima del 15 marzo, il prossimo 23 marzo è la volta della Marcia per il Clima e Contro le Grandi Opere Inutili.

I dottorandi e i dottori di ricerca dell’ADI hanno espresso le proprie preoccupazioni sugli effetti dell’attuale modello di produzione sugli equilibri ecosistemici del pianeta nel comunicato Sciopero per il clima: Mobilitazione ADI per la giustizia climatica. Come abbiamo scritto in quell’occasione, chi lavora nel mondo accademico, nel mondo della ricerca e nei luoghi del sapere critico avverte come propria la lotta contro i cambiamenti climatici e per la conversione verso un modello di sviluppo sostenibile. Come dimostra infatti anche la grande mole di produzione scientifica su tecnologie verdi e green economy, questi luoghi sono tra i protagonisti e tra i principali artefici del cambiamento possibile. E’ per questo che ogni attacco al sistema dell’istruzione e della ricerca è un attacco al progresso e all’innovazione.

La lotta per nuovo modello di sviluppo è dunque legata a doppio filo alla lotta per il rilancio degli investimenti pubblici nel sistema universitario e nella ricerca. Il Quadro per il clima e l’energia 2030 promosso in Europa prevede una decisa riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e riconversione energetica e Horizon 2020 prevede invece una spesa in ricerca e sviluppo di almeno il 3% del Pil. L’Italia è ancora lontana da entrambi gli obiettivi.

Siamo convinti che grandi investimenti nel mondo dell’Università e della ricerca siano l’unico modo che ha il nostro Paese per non trovarsi impreparato di fronte a sfide epocali come queste. Bisogna stanziare almeno un miliardo e mezzo di euro per rilanciare l’Accademia e non bisogna perdere altro tempo perché è in gioco il futuro di tutti noi.

 

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