L’ADI ha pubblicato sul sito di Eurodoc, confederazione internazionale di associazioni di PhD e di ricercatori, il comunicato con cui commenta la recente risoluzione sul caso Regeni del Parlamento europeo e rilancia l’appello per il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto.
Pubblichiamo in questa pagina la versione in italiano. L’articolo originale è su eurodoc.net.
Alle 19:41 del 25 gennaio 2016 si perdevano le tracce del dottorando italiano Giulio Regeni a Il Cairo e pochi giorni dopo, con il ritrovamento del suo corpo, la lista delle persone sequestrate, torturate e assassinate in Egitto contava un nome in più.
L’ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia ha da subito aderito alla campagna lanciata da Amnesty International “Verità e Giustizia per Giulio” e ha organizzato o preso parte a diverse iniziative su tutto il territorio italiano. Sono passati anni ma da allora non è stata fatta ancora luce sull’omicidio di Giulio ed anzi, al contrario, continuano a susseguirsi episodi gravi e oltraggiosi che offendono la memoria del giovane dottorando ed ostacolano la ricerca della verità, soprattutto con intimidazioni e arresti nei confronti dei legali della famiglia Regeni e dei loro familiari in Egitto.
Dopo quasi tre anni dalla tragica morte di Giulio, grazie alle pressioni della famiglia Regeni e di tanti attivisti, il 29 novembre 2018 il Parlamento italiano decide di sospendere i rapporti diplomatici con l’Egitto ma, nonostante questo, nei fatti l'Italia continua ad avere relazioni con Il Cairo e non richiama il proprio ambasciatore. Sul fronte europeo, proprio il mese successivo il Parlamento UE adotta una risoluzione in cui chiede agli Stati membri di porre fine alle esportazioni di tecnologie di sorveglianza. L’Europarlamento torna ad esprimersi sul tema lo scorso 24 ottobre con una risoluzione in cui gli eurodeputati esprimono dure critiche alle restrizioni ai diritti fondamentali che vengono perpetrate in Egitto, ed in particolare alle libertà di espressione e di associazione.
L’ADI accoglie positivamente la notizia della risoluzione UE ma, soprattutto, auspica che a queste iniziative seguano azioni coerenti e concrete. In Italia, ad esempio, siamo già stati costretti a denunciare che, nonostante la sospensione dei rapporti diplomatici, dopo solo pochi mesi i governi de Il Cairo e di Roma hanno comunque lanciato un invito congiunto a presentare proprio proposte di progetti bilaterali di ricerca scientifico-tecnologica e di mobilità di ricercatori. Come se non bastasse, proprio in questi giorni l’ambasciatore egiziano Hisham Mohamed Moustafa Badr è in Italia a ribadire i buoni rapporti con il nostro Paese e a far visita ad una scuola superiore, dove - secondo fonti giornalistiche - sarebbe stata addirittura imposta una censura preventiva (poi revocata dopo alcune proteste) alle possibili domande da parte degli studenti.
Rilanciamo dunque la richiesta di richiamare l’ambasciatore italiano in Egitto, almeno fino a quando non verrà fatta completa chiarezza sulla vicenda. Verità e Giustizia devono essere restituite a noi tutti, dottorandi, dottori di ricerca, cittadini di uno Stato democratico, a tutela della ricerca scientifica e della stessa democrazia.
Pubblicato Gio, 31/10/2019 - 19:53
- Accedi o registrati per inserire commenti.