Domani una delegazione di ADI sarà ricevuta al MIUR per un colloquio con i dirigenti del settore scuola in merito al prossimo concorso FIT per l'accesso all'insegnamento scolastico.
ADI ritiene che la valorizzazione del dottorato di ricerca nel sistema scolastico sia strategica e non più rinviabile. L'alta qualifica, l'esperienza e il metodo scientifico acquisito dai dottori di ricerca sono un importantissimo valore aggiunto al percorso di formazione dell’insegnante. Sebbene all’articolo 3 comma 7 del D.Lgs. 59/2017 ("Buona Scuola") venga espressamente prevista la valorizzazione del titolo di dottore di ricerca all’interno percorso di formazione iniziale e tirocinio FIT, riteniamo che le misure previste dalla legge siano vaghe e insufficienti per una adeguata valorizzazione del più alto grado di istruzione previsto dall’ordinamento italiano.
Pertanto, chiederemo al MIUR che vengano attentamente considerate le seguenti proposte:
1. Istituzione di un percorso FIT semplificato per i dottori di ricerca, di due anni invece di tre.
L’articolo 10 comma 2 del D.Lgs 59/2017 dice “Il titolare di contratto FIT su posto comune è tenuto a predisporre e a svolgere nel secondo e terzo anno di contratto un progetto di ricerca-azione, sotto la guida dei tutor universitario o accademico e coordinatore”. Riteniamo che un dottore di ricerca sia in grado autonomamente di accedere all’innovazione e sperimentazione didattica in virtù dell’esperienza triennale del dottorato. Quindi pensiamo che il percorso vada rimodulato.
2. Istituzione di tabelle di conversione tra dottorati e classi di concorso.
Tali tabelle costituiscono un fondamentale raccordo tra l'attività di ricerca e quella di insegnamento, alla stregua di quanto accade per le analoghe tabelle di corrispondenza tra corsi di laurea e classi di concorso.
3. Esonero dalla prima prova scritta di carattere disciplinare per l’accesso al FIT (previa definizione delle corrispondenze fra settori di dottorato e settori concorsuali).
L’esonero dalla prima prova in un concorso pubblico per una determinata categoria è prevista, ad esempio, per l’accesso all’esame di stato di dottore commercialista per i laureati nelle classi specialistiche 84/S Scienze economiche aziendali, 64/S Scienze dell’economia ovvero nelle classi di laurea magistrale LM 56 Scienze dell’economia e LM 77 Scienze economiche aziendali che abbiano conseguito un determinato numero di crediti formativi. In particolare, chiediamo che la prima prova di accesso al FIT sia un’idoneità oppure che il dottore di ricerca venga esonerato con l’assegnazione del massimo punteggio previsto.
4. Attribuzione di un punteggio significativo al dottorato di ricerca nel concorso per l’accesso al FIT.
ADI propone che il dottorato costituisca almeno il 60% del totale di punti da attribuire ai titoli valutabili.
5. Valutazione della didattica universitaria certificata in fase concorsuale.
La didattica universitaria può essere certificata in maniera molto semplice, quando prevista nella stipula di un contratto di docenza o di ricerca che preveda un minimo numero di ore di insegnamento, supporto alla didattica o tutorato.
6. Compatibilità tra FIT, attività di ricerca e attività didattica.
7. Possibilità di congelare il FIT per motivi di ricerca e per la frequenza ai corsi di dottorato, secondo le modalità previste dal D.Lgs 59/2017 (articolo 8 comma 5 lettera c).
8. Contrattualizzazione dei vincitori di concorso FIT
La contrattualizzazione dei vincitori del concorso FIT permetterebbe di garantire loro adeguati livelli di retribuzione, e di accedere ai diritti previdenziali e alle misure di welfare previste per tutti i lavoratori dipendenti delle pubbliche amministrazioni.
Ci auguriamo che i dirigenti del MIUR non vogliano nuovamente chiudere la porta di fronte alle legittime richieste dei dottorandi e dei dottori di ricerca.
Pubblicato Lun, 19/02/2018 - 11:45
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