MIUR, dottorati “innovativi” e inderogabili deroghe: i punti fermi dell’ADI

MIUR, dottorati “innovativi” e inderogabili deroghe: i punti fermi dell’ADI

Dopo quattro mesi dall'emanazione del Decreto Direttoriale 353/2017, il MIUR torna parzialmente sui suoi passi. Con il Decreto Direttoriale 1373/2017, infatti, il ministero proroga gli "inderogabili" (sic!) termini relativi alla conclusione del progetto di ricerca e alla sua rendicontazione di ben 11 mesi, fissandoli rispettivamente al 30 settembre 2020 e al 30 novembre 2020.

Il MIUR riconosce dunque le criticità insite nel disciplinare attuativo per i dottorati innovativi a caratterizzazione industriale, che ADI aveva evidenziato sin dalla pubblicazione del decreto.

Le nostre critiche si appuntavano in particolare sui commi 3 e 6 dell'art.2, proprio quelli che il MIUR ha ritenuto opportuno correggere. I due commi dettavano tempistiche ai limiti dell'assurdo per i progetti di ricerca. In particolare il ministero imponeva che la data di avvio dei progetti fosse precedente a quella dell'emanazione del decreto, supponendo forse l'uso da parte dei dottorandi di una macchina del tempo. Inoltre si stabiliva che la rendicontazione finale dei progetti dovesse aver luogo entro il 15 dicembre 2019, concedendo al massimo soltanto 45 giorni per la valutazione della tesi e l’esame finale. ADI aveva evidenziato immediatamente come tali tempistiche fossero del tutto irrealistiche, rendendo molto arduo il rispetto del requisito relativo alla durata triennale del dottorato di ricerca.

L'ADI accoglie dunque con favore il passo indietro del MIUR. Non possiamo non rilevare, tuttavia, che permangono inalterate nel testo del DD 353/2017 altre e più importanti criticità. In particolare, l'art.3 comma 4 richiede che i dottorandi firmino una dichiarazione in cui accettano di:

  • Restituire un’intera annualità della borsa in caso di valutazione annuale negativa da parte del Collegio dei docenti, o di valutazione negativa finale;
  • Restituire la totalità degli importi versati nel caso non siano effettuati i previsti periodi di ricerca in impresa e all’estero, indipendentemente dalla motivazione (quindi anche nel caso in cui particolari condizioni cliniche impediscano lunghi spostamenti).

Tale previsione non fa che scaricare il rischio connesso con l’attività di ricerca sulla componente più debole della comunità accademica, a vantaggio delle Università beneficiarie del finanziamento.

L'ADI ritiene tutto ciò inaccettabile e torna a chiedere al MIUR di intervenire nuovamente e con urgenza sul disciplinare attuativo del Piano Dottorati Innovativi, procedendo ad abrogare interamente il vincolo relativo alla restituzione parziale o integrale della borsa di studio. A tale scopo ADI ha già chiesto un incontro ai dirigenti responsabili per l'emanazione delle norme che regoleranno i dottorati "innovativi" del prossimo anno accademico.