L’ADI ha inviato una lettera alla Ministra per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone per chiedere un incontro in cui discutere di valorizzazione e riconoscimento del dottorato di ricerca nel settore pubblico. Il fine ultimo della nostra azione è incoraggiare l'ingresso dei dottori di ricerca negli Enti e nelle Istituzioni pubbliche e di favorire l'osmosi tra le pp. aa. e il mondo della ricerca e dell'innovazione.
Segue il testo della lettera ADI alla Ministra Dadone.
L'incontro ha avuto luogo il successivo 18 febbraio: leggi qui il report dell'incontro.
Alla cortese attenzione
della Ministra per la Pubblica Amministrazione
dott.ssa Fabiana Dadone
Onorevole Ministra,
Le scriviamo in qualità di rappresentanti dei dottorandi e dei dottori di ricerca in Italia. Come saprà, da oltre venti anni la nostra associazione si occupa della rappresentanza e della tutela dei dottorandi e dei dottori di ricerca e, ormai da diversi anni, sta investendo un impegno crescente per la valorizzazione ed il riconoscimento del dottorato anche nella Pubblica Amministrazione. Il fine ultimo della nostra azione è infatti incoraggiare l'ingresso dei dottori di ricerca nelle pubbliche amministrazioni e di favorire l'osmosi tra queste e il mondo della ricerca e dell'innovazione.
A tale proposito, non possiamo che esprimere apprezzamento riguardo le dichiarazioni rilasciate ai media, secondo le quali il Suo Ministero non solo intende finalmente invertire la rotta rispetto al drammatico ridimensionamento conosciuto negli ultimi anni dagli organici delle pubbliche amministrazioni italiane, ma intende anche valorizzare professionalità ed esperienze maturate fuori da questo settore. Auspichiamo fortemente che a simili intenzioni seguano provvedimenti concreti dal carattere strutturale che abbiano ad oggetto anche l'esperienza e la professionalità di chi ha seguito un percorso dottorale.
Ad oggi, infatti, al contrario di come spesso accade all'estero, il valore del dottorato non viene debitamente riconosciuto nel settore pubblico italiano. Come sa, il titolo non è quasi mai richiesto come requisito preferenziale per accedere all’impiego e, frequentemente, non è adeguatamente valutato. Infatti, anche quando viene attribuito un punteggio per i “titoli accademici”, raramente il dottorato viene menzionato esplicitamente e, ad ogni modo, l’attribuzione del relativo punteggio è lasciata alla completa discrezionalità della commissione. La Legge n. 240/2010, inoltre, che ha reso discrezionale il congedo straordinario per dottorato di ricerca, originariamente previsto in favore dei dipendenti pubblici, ha avuto l'effetto di sfavorire questa importante occasione di formazione e crescita professionale del personale. Il D.Lgs. 75/2017, attuativo della Legge Delega 124/2015, si è limitato ad introdurre solo alcune insufficienti innovazioni, prevedendo ad esempio la possibilità che il dottorato venga richiesto come requisito di partecipazione ai concorsi per specifici profili o livelli d’inquadramento e che il titolo vada valutato, ove pertinente, tra i titoli rilevanti ai fini del concorso.
Il quadro normativo complessivo resta quindi fortemente inadeguato a garantire il giusto riconoscimento del dottorato e del ruolo che individui formati alla ricerca possono ricoprire nelle sfide che sta affrontando la Pubblica Amministrazione come, ad esempio, quelle riguardanti l'innovazione, l'espansione dell'Intelligenza Artificiale, la gestione e l'elaborazione dei Big Data, e tutte le altre sfide nelle quali i dottori di ricerca sono pronti a dare il proprio contributo.
Grazie all'impegno dei soci delle sedi locali ADI e agli interlocutori politici con i quali si sono confrontati, siamo riusciti ad ottenere già alcuni importanti risultati in Regioni come Liguria, Lazio e Toscana. E’ necessario, tuttavia, che il riconoscimento del dottorato raggiunga anche le pubbliche amministrazioni centrali, affinché diventi sistemico e omogeneo su tutto il territorio nazionale.
Per queste ragioni, chiediamo che una nostra delegazione possa incontrarLa per discutere concretamente della valorizzazione e del riconoscimento del dottorato di ricerca nel settore pubblico.
In allegato a questa lettera può trovare la piattaforma elaborata dall'ADI nel 2018 e che ha ad oggetto le proposte normative riguardanti temi come l'introduzione di canali di accesso dedicati per i dottori di ricerca nei concorsi pubblici, la valorizzazione del titolo in sede concorsuale e il riconoscimento del dottorato come esperienza lavorativa. A tal proposito, Le segnaliamo che diversi interlocutori con cui abbiamo avuto modo di confrontarci, tra cui l’attuale Ministro Gaetano Manfredi (da noi consultato, in passato, in qualità di Presidente CRUI) e diversi docenti della Scuola Nazionale dell’Amministrazione, hanno pubblicamente riconosciuto l’opportunità delle nostre proposte.
Chiediamo inoltre che la Pubblica Amministrazione punti sempre di più all'espansione dei Centri di ricerca dei propri Enti in modo da garantire una P.A. sempre al passo con la conoscenza e con la frontiera della ricerca in tutti i campi in cui è coinvolta. Si tratta di proposte coerenti con la nostra visione di Paese: fortemente innovativo e capace di affrontare le sfide più complesse con le competenze più elevate, a partire proprio dalle sue Istituzioni.
Confidando in un riscontro positivo, porgiamo
i nostri più cordiali saluti
ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia
Pubblicato Dom, 02/02/2020 - 20:41
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