Fin dalla sua fondazione, ADI ha lavorato strenuamente per una riforma complessiva del dottorato di ricerca che ne riconoscesse l’altissimo valore per lo sviluppo e l’innovazione nel nostro paese.
Da due anni a questa parte il nostro impegno si è dispiegato su molteplici fronti: scuola, pubblica amministrazione e impresa sono stati oggetto di proposte precise e puntuali per la valorizzazione del dottorato e per favorire l’impiego di personale formato alla ricerca e all’innovazione. A tutto questo si è accompagnato un disegno complessivo di riforma del dottorato di ricerca, elaborato da ADI, che prevede il superamento del dottorato senza borsa, l’aggancio della borsa al minimale contributivo INPS e il riconoscimento ai dottorandi della dignità del proprio lavoro, secondo quanto previsto dalla Carta Europea dei Ricercatori.
Dopo aver presentato le nostre proposte alle varie forze politiche, rileviamo finalmente le prime manifestazioni di interesse. Dal 20 settembre, infatti, è in discussione sul portale Rousseau del M5S una proposta dal titolo “Misure per la valorizzazione del titolo di Dottore di ricerca”, che ricalca fedelmente alcune delle proposte di ADI.
La proposta di legge, presentata dall’On. Alessandro Melicchio, è composta da quattro articoli.
Nel primo articolo vengono ridefinite le competenze che i dottorandi dovranno acquisire nel corso di formazione, aggiungendo a quelle necessarie per esercitare attività di ricerca altre competenze finalizzate a svolgere “attività qualificate in linea con l’elevato livello di specializzazione e formazione raggiunto”. La proposta risponde perfettamente alle osservazioni che il Consiglio di Stato ha formulato, nel giugno scorso, in merito alla riforma del DM 45/2013.
Il secondo articolo è relativo alla valorizzazione del dottorato nel pubblico impiego e fa proprie le proposte che ADI ha formulato e sottoposto alle forze politiche a febbraio (cfr. punto 1 e punto 2). In particolare si prevede che il punteggio riconosciuto al dottorato non possa essere inferiore a quello proporzionale ai CFU ad esso riconosciuti rispetto agli altri titoli rilevanti ai fini dei concorsi per l’assunzione di personale. Si prevede inoltre che il periodo di ricerca trascorso in attività pertinenti alla posizione lavorativa bandita sia riconosciuto a tutti gli effetti come attività lavorativa.
Importantissimo il terzo articolo, che risponde finalmente ad una storica richiesta dell’ADI, agganciando l’ammontare della borsa al minimale contributivo INPS. Tale intervento determinerebbe un aumento della borsa di dottorato a 1253 euro mensili e il riconoscimento dell’intero percorso di formazione ai fini dell’anzianità contributiva. In questo modo i 3 anni di dottorato diventerebbero, finalmente, 3 anni di contributi previdenziali. Inoltre la borsa aumenterebbe ad ogni successivo ritocco del minimale contributivo, allineandosi al costo della vita.
Il quarto articolo, infine, prova a rispondere all’esigenza di valorizzare il dottorato nell’impresa, offrendo uno sgravio fiscale alle aziende che assumono dottori di ricerca con contratti a tempo indeterminato.
La proposta in discussione rappresenta un importante primo passo sulla via di una riforma complessiva del dottorato di ricerca, da lungo tempo richiesta da ADI. Gli interventi normativi delineati rispondono alle richieste che ADI ha fatto a tutte le forze politiche negli ultimi anni, e riconoscono l’importanza del percorso formativo del dottorato di ricerca e le competenze in esso maturate.
Giuseppe Montalbano, Segretario Nazionale dell'ADI, dichiara: "Non possiamo che apprezzare e sostenere la proposta di legge dell'On. Melicchio, che riprende alcune delle proposte da noi formulate e portate avanti in questi ultimi anni, a cominciare dalle misure per la valorizzazione del dottorato nella PA e nelle imprese, e l'adeguamento della borsa al minimale contributivo INPS. Auspichiamo che dopo la presentazione del disegno di legge si avvii un confronto costruttivo tra tutte le forze politiche per arricchire tale proposta con misure per il superamento del dottorato senza borsa, per l’abolizione della tassazione, per la riforma giuridica del dottorato e per la sua valorizzazione nella scuola."
Pubblicato Ven, 21/09/2018 - 18:48
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